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HomeLe opinioni di Oltre TvCori razzisti allo stadio ma per Salvini le partite non vanno sospese

Cori razzisti allo stadio ma per Salvini le partite non vanno sospese

Non solo calcio, la semifinale di coppa Italia tra Milan e Lazio porta dietro di sé una fila di polemiche sui cori razzisti.

Leonardo in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport si domanda come mai nessuno sia intervenuto per riportare all’ordine i tifosi.

Durante la partita i cori e gli ululati nei confronti di Bakayoko e Kessié erano evidenti infatti dichiara Leonardo: “Ma i cori razzisti e gli ululati li hanno sentiti tutti. Se sono stati trasmessi due annunci dagli altoparlanti, significa che insulti e cori erano ben udibili da tutti.

Nonostante questo la partita ha continuato a svolgersi senza l’intervento di nessuno, per questo il dirigente rossonero si chiede come mai non vengano applicate le norme.

Leonardo chiede rispetto

Tutto è partito dopo il siparietto di Bakayoko e Kessié sotto la curva del Milan dopo la vittoria per 1 a 0 in campionato contro la Lazio.

I due calciatori hanno mostrato la maglia di un loro avversario (Acerbi) ai tifosi in segno di scherno dato che il difensore laziale aveva stuzzicato su Instagram i milanisti.

Da qui scoppia un caso mediatico che dura fino alla partita di Mercoledì sera e proprio per questo i dirigenti del Milan si erano mossi in anticipo.

Leonardo dichiara alla Gazzetta: “alla vigilia abbiamo contattato tutte le componenti, per condividere l’allerta: Federcalcio, Lega, vertici arbitrali, responsabili dell’ordine pubblico… E abbiamo ripetuto appelli alla responsabilità ai giocatori. Sono stati zitti loro, siamo stati zitti noi. Non bastasse, la mattina della partita c’è stata quella manifestazione a piazza Loreto.”

Leonardo fa riferimento a una manifestazione dei tifosi della Lazio a Milano in piazzale Loreto dove hanno esposto uno striscione che inneggiava a Benito Mussolini.

Continua il dirigente del Milan: “Assurdo. C’erano almeno mille motivi per interrompere quella partita. Con le nuove norme, non doveva neppure attendere il secondo o il terzo coro, gli bastava il primo per richiamare la squadre al centro del campo, far diffondere gli annunci e poi, in caso di altri cori, sospendere definitivamente la partita. Invece nulla.

Conclude: “È la sensazione che viene quando non si applicano le norme. Ma a noi tutti avevano garantito che sarebbero intervenuti in caso di cori razzisti. Non era una situazione a sorpresa. Mazzoleni aveva già vissuto l’Inter-Napoli di Koulibaly. Eravamo tranquilli.

Salvini risponde in stile ultras

Matteo Salvini non ci sta e risponde a Leonardo sempre dalle colonne della Gazzetta dello Sport, dopo il suo commento al veleno sul profilo Instagram del Milan.

Nonostante la dichiarazione di Leonardo: “due premesse. Prima: non parlo perché abbiamo perso. La Lazio ha vinto sul campo e ha meritato la finale. Seconda: dopo la vicenda della maglia di Acerbi, noi siamo intervenuti per risolvere il caso, ma abbiamo evitato qualsiasi dichiarazione pubblica“.

Salvini non vuole sentire queste “scuse” e passa al contrattacco: “Ho letto l’intervista a Leonardo che chiedeva la sospensione della partita per qualche coro di qualche imbecille. I cori di qualche imbecille non vengono fermati con la sospensione delle partite, ma dal 99% dei tifosi che sono educati e rispettosi“.

Purtroppo per il ministro, all’interno dello stadio ci sono stati dei richiami dagli altoparlanti, come ha dichiarato anche Leonardo, quindi i cori erano ben udibili a tutti.

Significa che quell’1% di cui parla Salvini sovrastava i tifosi educati e rispettosi e nel 2019 questo 1% deve essere eliminato dagli stadi, come dicono tutti, dalla Lega calcio al Ministro dell’Interno.

Salvini non sembra aver compreso le parole di Leonardo dato che continua: “Che un dirigente di una squadra prestigiosa come il Milan si attacchi alla sospensione delle partite e faccia polemiche con gli arbitri, da tifoso, da italiano e ministro mi sembra bizzarro.”

Il sottosegretario Giorgetti, invece, da ragione a Leonardo: “Le regole ci sono, incominciamo ad applicarle perché il mondo del calcio, e dello sport in generale, è un po’ malato sotto questo profilo“.