Nei giorni scorsi ha fatto notizia un’intervista del premio Nobel Luc Montagnier ma quello che sembra non aver colpito sono le sue parole sul 5g.
Sono sempre più numerosi gli interventi di personaggi di spicco del mondo della medicina e della scienza che mettono in dubbio la versione ufficiale della pandemia da coronavirus.
Molti medici, fin dall’inizio di questa storia, hanno messo la loro faccia per esporre delle titubanze sulla questione.
Tra questi spiccano il virologo di fama mondiale Giulio Tarro, lo scienziato del MIT Shiva Ayyadurai e, ultimo in ordine cronologico, il premio Nobel per la medicina nel 2008 Luc Montagnier.
Hanno destato non poco scalpore le parole del virologo e biologo francese Montagnier durante un’intervista a Pourquoi Docteur?, un sito dedicato all’informazione medica.
Ma c’è un’altra intervista del professore che gira in rete nelle ultime ore: è l’intervista rilasciata al programma televisivo L’heure des pros della CNEWS.
Anche in questa occasione il professor Luc Montagnier ha rilanciato la notizia che il virus Sars-Cov-2 era stato manipolato artificialmente da parte di biologi molecolari.
«C’è la volontà di nascondere questi lavori. Noi non siamo stati i primi ad averci lavorato». E spiega che scoperte diverse da quelle accettate dalla comunità scientifica sono messe a tacere.
L’intervento a CNEWS del professor Luc Montagnier
Quello che però è sfuggito a tanti è la risposta del professore alla domanda su quale siano i mezzi per lottare contro la contagiosità di questo virus.
«Io ho una soluzione un po’ all’avanguardia. Le onde possano modificare le frequenze e alcune possono modificare la presenza di queste sequenze che, siccome sono estranee, forse si possono distinguere dal resto del coronovirus e si può distruggerle selettivamente», ha detto il premio Nobel.
Alla domanda su cosa intendesse con il termine onde, il professor Luc Montagnier ha risposto: «Sono le onde elettromagnetiche. Noi siamo circondati da questo tipo di onde. Perché non utilizzarne una parte per distruggere sequenze di DNA o RNA selettivamente? È una possibilità».
Poi continua: «Penso che oggi viviamo, senza rendercene conto, in un ambiente molto diverso da quello in cui vivevano i nostri progenitori. Gli uomini comunicano tra loro continuamente, ci sono progetti sempre più imponenti per aumentare le onde intorno a noi. Il loro ruolo deve essere quindi oggetto di studio».
E ha aggiunto: «Si è detto per esempio che la città di Wuhan è molto avanti nell’installazione delle antenne 5G. In questa regione ci sono 10.000 antenne e dunque hanno potuto contribuire al potere patogeno del virus».
«La cosa che più ci interessa oggi è quello che succederà a noi tutti —ha concluso Luc Montagnier — e vi rispondo che c’è una possibilità e una luce di speranza che questa epidemia scompaia perché il virus si distruggerà da solo».
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