Si è consumato un dramma in Inghilterra dove Shabina Miah è morta in condizioni da chiarire dopo che la madre le ha inviato per errore delle emoticon strane.
Neanche i fratelli Grimm avrebbero potuto inventare una storia così assurda, frutto di incomprensioni e problemi pregressi.
La vicenda incomincia una sera come tante quando Shabina, 33 anni, pubblica dei post su Facebook.
Altrove, come accadeva spesso, la madre era intenta a leggere le ultime notizie sulla famosa piattaforma social, con il suo iPad, quando sembra perdere il controllo del dispositivo.
Shaz, questo il soprannome della figlia, si è vista notificare una sfilza di dislike ed emoticon arrabbiate da parte del profilo della madre. Furiosa, l’ha bloccata.
L’apparecchio sembrava andare da solo, continuava a mettere reazioni negative a tutti i post di Shaz. Quando la mamma ha provato a scriverle, non ha ricevuto alcuna risposta.
La ragazza le aveva impedito di comunicare con lei in qualunque modo. Quello che è successo dopo può essere ricostruito solo dall’autopsia.
Shabina Miah muore di infarto, aveva già una situazione psicologica complessa
Shaz continuava a deviare le chiamate. Questo ha portato il genitore a presentarsi addirittura a casa della figlia.
A quel punto purtroppo è nata una bruttissima discussione che sembra non aver portato a nessuna soluzione. La ragazza il giorno dopo era morta sul pavimento.
Nel suo corpo sono state trovate tracce di cocaina, presumibilmente assunta prima della discussione: la morte è imputata ad una insufficienza cardiaca congestizia.
Shabina era affetta da diabete, anni fa si era curata per una brutta depressione, aveva avuto due overdose da insulina. Il quadro non era dei più rosei.
Da una settimana però la ragazza aveva deciso di ricominciare a curarsi e di avvalersi dell’aiuto di una consulente.
Nonostante questo appariva in stato confusionale e aveva gravi problemi con il fidanzato. La madre nel frattempo ha chiarito la sua posizione.
Inizialmente, infatti, erano ricaduti su di lei i sospetti della polizia che, di prassi, è obbligata a vagliare tutte le strade possibili per cercare di far chiarezza su queste morti assurde e premature.