Il senatore Lucio Malan (FI) ha elencato nove cose da sapere sul Referendum Costituzionale del 20 e 21 settembre.
Domenica si voterà non soltanto per scegliere il futuro governatore di alcune regioni italiane ma anche per il taglio dei parlamentari.
Il dibattito è stato molto acceso e, a quanto pare, in queste ultime settimane la rimonta del No potrebbe regalare qualche brutta sorpresa ai sostenitori del Sì.
Tra i promotori del No c’è anche il senatore Lucio Malan che, in poco più di 3 minuti, ha elencato 9 cose da sapere sul Referendum Costituzionale.
Lucio Malan e le 9 cose da sapere sul Referendum Costituzionale
Al primo punto c’è la questione risparmio: 57 milioni. Una cifra importante? Non proprio. Equivarrebbe infatti – e qui passiamo al punto due – a quanto lo Stato spende ogni 32 minuti e 45 secondi.
Al terzo punto una questione molto discussa: l’adeguamento o meno agli standard europei. “L’Italia – dice il senatore – oggi è tra i 5 Paesi europei che ha meno parlamentari in rapporto alla popolazione”.
Con la riduzione dei parlamentari andremmo a finire all’ultimo posto insieme alla Germania, che però “ha molti più consiglieri regionali ed è uno Stato federale”.
Tutti o quasi i promotori del Sì hanno evidenziato il fatto che, avendo meno parlamentari, questi saranno certamente più efficienti.
E qui arriviamo al punto quattro. Malan spiega che l’efficienza non consiste nel fare tante leggi e male, come spesso avviene, ma piuttosto nel controllare che vengano fatte bene.
E non ci sarà nemmeno una riduzione equa (punto cinque). “I senatori del Trentino Alto Adige vengono ridotti del 14%, quelli della Basilicata e dell’Umbria del 57%. Il Trentino Alto Adige avrà un senatore ogni 170mila abitanti e le regioni ne avranno di media uno ogni 310mila”.
L’obiettivo finale
Al punto sei si parla dei senatori a vita che, da questa riforma non verranno ridotti per niente e anzi, in proporzione, peseranno di più.
Al punto sette un pò di storia: “L’Italia non ha mai avuto un numero di senatori e deputati così basso, nonostante sia molto più popolata che in passato”.
Benito Mussolini ridusse i parlamentari a 400 ma c’erano 40 milioni di italiani e un solo partito. Tra l’altro, puntualizza Malan, “i senatori erano più di oggi”.
Il punto otto riguarda una futura legge elettorale che potrebbe migliorare la rappresentanza che questa riforma andrebbe a diminuire.
“Non sappiamo chi la farà e come la farà. Ci potrebbe anzi essere una legge elettorale fortemente maggioritaria, dove anche solo col 40 – 45% dei voti, puoi ottenere più dei due terzi dei seggi. A quel punto chi avrà la maggioranza, e non sappiamo chi sarà, potrà cambiare la Costituzione”.
Nell’ultimo punto Malan spiega quello che secondo lui è l’obiettivo finale della riforma. “L’ha detto chiaro Davide Casaleggio: l’abolizione del Parlamento. Ha detto «la democrazia rappresentativa sarà un ricordo del passato». Non c’è un Paese al mondo libero e democratico senza Parlamento. Ecco perché dobbiamo votare NO”.
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