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Frutta a fine pasto? Ecco perché è il momento più sbagliato per mangiarla

È abitudine mangiare frutta a fine pasto perché la frutta è un alimento fondamentale per la nostra dieta e per il nostro benessere che ci fornisce molti nutrienti importanti.

Ma siamo sicuri che sia il modo corretto? Secondo Herbert Shelton, uno dei maggiori studiosi di alimentazione a livello mondiale, assolutamente no.

Può sembrare strano, ma c’è un modo corretto per magiare la frutta e se imparate come consumarla i benefici arriveranno presto.

In poco tempo infatti otterrete una detossificazione dell’organismo, avrete più forza a disposizione, ne gioverà la vostra bellezza, il vostro umore e riuscirete a mantenere il peso-forma senza sbalzi.

Partiamo con lo sfatare alcune convinzioni. Non esistono frutti acidificanti, anche limoni e arance se consumati correttamente rappresentano quanto di meglio esiste per alcalinizzare il nostro organismo.

Spesso infatti viene data la colpa alla frutta se lo stomaco si gonfia, se la digestione non è ottimale, se si formano gas. Ma in realtà è perché non viene mangiata in modo corretto.

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Quindi come dobbiamo consumarla? La prima regola in assoluto è quella di mangiarla sempre a stomaco vuoto.

Mai mangiare frutta a fine pasto

La frutta è un alimento che una volta consumato è pronto per andare direttamente nel duodeno (la prima parte dell’intestino tenue).

Se mangiamo il nostro pranzo, o la cena e terminiamo con la frutta a fine pasto viene trattenuta nello stomaco e contribuirà alla fermentazione del bolo acido compromettendo tutto il processo.

Quindi se la frutta trova cibo ingerito e residui putrefatti a bloccarle la strada è normale che la digestione si allunghi creando gas e rigonfiamenti intestinali.

La frutta è tutta nutriente e piena di sostanze benefiche ma ci sono dei frutti che grazie alle loro caratteristiche sono considerati migliori:

Mela: “una mela al giorno toglie il medico di torno”, è proprio vero. Grazie agli antiossidanti e ai flavonoidi presenti abbassa il rischio di cardiopatie e cancro al colon.

Kiwi: forse non tutti sanno che il suo contenuto di vitamina C è il doppio rispetto all’arancia. Inoltre è un’ottima fonte di: magnesio, potassio, fibre e vitamina E.

Arancia: sicuramente la fonte di vitamina C più conosciuta. Un paio di arance al giorno eliminano raffreddori, abbassano il colesterolo, aiutano a dissolvere i calcoli renali e azzerano il rischio di cancro intestinale.

Papaia e guava: i frutti con maggior concentrazione di vitamina C. Inoltre nella papaia c’è la papaina che aiuta nella digestione e nel guava ci sono tantissime fibre.

Fragola: grazie al suo potere anti-ossidante è un frutto protettivo che aiuta a combattere i radicali liberi causa di infiammazioni e intasamenti vascolari.

Anguria: la sua composizione è per il 92% di acqua ricca di glutadione, importantissimo per il sistema immunitario. È anche ricca di licopene, uno dei più potenti anti-ossidanti e anti-cancro presente in natura.

Meloni: molto simili all’anguria, dolci e gustosi. Importante: se consumati non vanno mescolati con altri cibi.

Posso assumere la frutta anche in forma di succhi?

Il frutto nella sua forma originale è sempre la migliore soluzione: assumere succhi dalle lattine o succhi pastorizzati nelle bottiglie è da evitare.

Questo perché non contengono nessuno dei nutrienti originari a causa del processo di riscaldamento che distrugge vitamine e micronutrienti.

Anche durante la centrifugazione si perdono delle qualità, ma può essere una buona opzione. Il succo spremuto o centrifugato va consumato al momento e bevuto a piccoli sorsi e lentamente simulando come una “masticazione”.

Un succo di frutta fresco è ricco di fruttosio naturale, che non ha nulla a che fare con quello sintetico e si trova solo nella frutta fresca e nel miele non cotto.

Il suo potere dolcificante è superiore a quello del saccarosio e può essere assunto anche da persone diabetiche.

Un’ottima fonte di zucchero naturale per i bambini è il succo d’uva fresco. In alternativa si può sostituire con fichi e datteri secchi.

Basterà mettere in una tazza acqua leggera (o distillata) e lasciare in ammollo tutta la notte i frutti secchi tagliati. Il giorno successivo si potrà gustare l’acqua dolce prodotta.