“Scuola, sospensione e 5 in condotta per punire chi non indossa la mascherina” è il titolo di un articolo pubblicato da Repubblica.
Secondo quanto riportato dal quotidiano, alcuni presidi sarebbero d’accordo nell’adottare sanzioni disciplinari nei confronti degli studenti che si rifiutano di indossare la mascherina a scuola.
Rita Coccia, preside dell’istituto superiore Volta di Perugia, oltre a prevedere un voto in condotta più basso in pagella, per chi non indosserà la mascherina, ha pensato di punire i trasgressori con due interrogazioni ogni mattina per tre giorni.
“È una della sanzioni già previste se gli studenti non rispettano l’ambiente scolastico, penso possa andare bene anche se non useranno la mascherina”, ha detto la preside.
Ancora più determinata sembra essere Nicoletta Puggioni, preside del polo tecnico Devilla di Sassari, convinta che “bisogna essere rigidi sin da subito”.
Repubblica ha raccolto anche le dichiarazioni di Carlo Braga, preside dell’istituto Salvemini, in provincia di Bologna, che ha parlato di “sospensione per chi infrange le misure anti-Covid”.
“Le stesse – aggiunge il preside – previste per qualsiasi azione pericolosa che possono commettere gli studenti, per un cazzotto piuttosto che una spinta”.
Per Braga dovrà esserci gradualità ma per il ragazzo che non vorrà indossarla, in modo provocatorio, sarà l’allontanamento dalla scuola. Ragazzo che il preside definisce “negazionista”, termine decisamente in voga in quest’ultimo periodo.
Mascherine a scuola, non tutti sono d’accordo con le sanzioni
Ma la scelta di sanzionare non trova (fortunatamente) tutti d’accordo. Contrario è, ad esempio, Domenico Squillace, Dirigente del liceo scientifico Volta di Milano: “Se imbocchiamo la strada delle punizioni non andremo da nessuna parte”.
Intanto il CTS ha stabilito che le mascherine per gli studenti dovranno essere quelle chirurgiche e non quelle di stoffa.
“I miei uffici hanno predisposto la distribuzione gratuita giornaliera di 11 milioni di mascherine chirurgiche che verranno destinate agli oltre 40mila plessi scolastici”, ha dichiarato il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri.
“Nessuna spesa per le famiglie – scrivono i giornali – le mascherine saranno distribuite gratuitamente dagli istituti”.
D’accordo, ma non è che pioveranno dal cielo e se sarà lo Stato a pagare, da dove pensiate che prenda i soldi? Dalle tasse ovviamente, quindi a pagarle saranno eccome i genitori.
A parte questa piccola precisazione la discussione principale resta quella che riguarda l’uso della mascherina a scuola e le possibili sanzioni per i piccoli “negazionisti”.
Una proposta che farà certamente discutere e che, tra le altre cose, rischia di addossare ulteriori responsabilità a tutto il corpo docenti.
Paesi come la Spagna hanno deciso che non ci sarà nessun obbligo di mantenere le distanze o portare le mascherine fino alla quarta elementare.
Mentre dal quinto anno gli alunni dovranno mettere la mascherina solo per arrivare in aula. Evidentemente il virus agisce in maniera diversa in base al Paese in cui si trova.