La fiaccolata per Matias, organizzata da un gruppo spontaneo, vuole dare un supporto concreto a mamma Elena e aiutarla.
Non solo Bibbiano. L’estate è al termine, ma la questione degli affidi illeciti e delle sottrazioni di minori continua a restare un argomento “bollente”.
“Negli ultimi due anni ho potuto vedere mio figlio per meno di 48 ore. Da giugno non me lo fanno sentire neppure al telefono. Non gli consegnano le mie lettere e i regali“, le parole strazianti di una madre.
La vita di Elena, mamma single, non è stata facile: dopo aver perso il lavoro in Spagna è rientrata in Italia. Qui si è rivolta ai servizi sociali ma le cose non sono andate come sperava.
Elena ha cominciato ad avere paura per sé e suo figlio undicenne: disoccupata, senza aiuto da parte dei familiari, ha cominciato a non dormire e a soffrire d’ansia.
“Il mio medico mi ha prescritto dei calmanti, che però davano assuefazione. Allora mi sono dovuta rivolgere a uno psichiatra, il quale mi ha prescritto altri farmaci”, racconta.
Per questo i servizi sociali decidono di far ospitare Elena e Matias in una comunità, dove purtroppo la convivenza è risultata drammatica: “Eravamo discriminati, non riuscivo mai a stare con mio figlio perché mi costringevano a pulire e a stare in cucina tutto il giorno. Una situazione insostenibile“.
Da quel momento inizia un incubo per madre e figlio, consistente in pressioni, minacce, abusi, fino ad arrivare al TSO: “Lo scopo è sempre stato uno, portarmi via mio figlio“.
La denuncia e la fiaccolata per Matias
A inizio agosto Elena, con il suo legale, l’avvocato milanese Attilio Scarcella, ha presentato alla Procura di Vercelli una denuncia.
“Matias non viene assistito in modo adeguato – spiega il legale – presenta problemi ortodontici che non vengono curati e stanno peggiorando. Occorre intervenire“.
Nella denuncia anche la questione sui TSO subiti: “La vicenda della mia assistita presenta molti punti controversi, che non possono essere ignorati“.
“Molte persone stanno aiutando Elena per il lavoro, la casa e le cose necessarie: chiediamo che Matias possa tornare dalla madre per il bene di entrambi“, continua l’avvocato.
L’avvocato Scarcella precisa che Elena è stata dichiarata capace di intendere e di volere da una successiva visita psichiatrica, quindi in grado di occuparsi del figlio.
Inoltre il Tribunale dei minori di Torino ha disposto in un’ordinanza visite regolari al figlio, poi annullate dagli assistenti sociali dopo un burrascoso incontro a giugno.
Il Procuratore capo di Vercelli Pier Luigi Pianta intanto ha incontrato Elena accompagnata da Scarcella e da una psicologa: l’indagine è riaperta.
Venerdì 6 settembre a Novara circa cinquanta persone si sono riunite per dare voce al caso di Elena, per far sentire la loro voce ma anche la vicinanza e il sostegno alla mamma.