Matteo Orfini scrive un lungo post Facebook ponendo dubbi sull’atteggiamento dei suoi colleghi di partito: “Mi chiedo e vi chiedo: qual è l’agenda del nostro partito?”
“Oggi abbiamo tagliato il numero dei parlamentari, approvando una riforma alla quale avevamo votato contro per tre volte. Sarò sincero, farlo mi è costato moltissimo e penso che sia stato un passaggio gestito malissimo”.
Sono le parole di Matteo Orfini, deputato del Partito Democratico, che in un lungo post pubblicato ieri sulla pagina Facebook sembrerebbe non condividere l’atteggiamento dei colleghi dem rispetto alla nuova alleanza.
“Mi dispiace dirlo qui, avevo chiesto insieme a tanti altri di fare su questo una direzione del Pd per parlarne insieme nella sede deputata ma Gentiloni e Zingaretti hanno scelto di non convocarla. Evidentemente la sbandierata volontà di collegialità e unità in alcuni passaggi viene dimenticata. Amen”.
Matteo Orfini: “Il Pd tace su tutto”
Dopo l’appunto sull’unità tanto sbandierata, ma dimenticata dal suo segretario Zingaretti e dal nuovo Commissario europeo per gli affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, interviene sul taglio dei parlamentari.
“Penso che questa sia una riforma nata male e figlia di una visione antipolitica che il Pd dovrebbe contrastare. Non abbiamo negli ultimi 20 anni quasi mai avuto il coraggio di farlo. E l’effetto è sotto gli occhi di tutti: il discredito e la debolezza delle istituzioni nasce anche da questa nostra mancanza di coraggio”.
E continua: “Quel taglio è sempre stato inserito in un disegno di riforma organico, mai concepito come taglio lineare. Perché farlo così rischia semplicemente di fare danni seri. Certo, abbiamo ottenuto l’impegno a ritocchi costituzionali che limitino questi rischi e al varo di una nuova legge elettorale che dia garanzie vere”.
Ma c’è anche una motivazione politica al suo disagio: “Oggi abbiamo accettato di votare un provvedimento bandiera del M5s, nonostante lo avessimo sempre avversato. Qualche giorno fa abbiamo detto che non avremmo toccato i provvedimenti simbolo del governo Conte/Salvini, cioè reddito di cittadinanza e quota 100”.
Poi la domanda rivolta ai suoi: “Nelle settimane che abbiamo alle spalle abbiamo detto che i decreti sicurezza non saranno abrogati, che lo ius culturae forse si farà, forse no. Mi chiedo e vi chiedo: qual è l’agenda del nostro partito? Perché per ora vedo solo quella dei nostri alleati”.
Per Matteo Orfini “il Pd tace su tutto. Anzi, si limita a dire che non dobbiamo litigare. Giusto, per carità. Ma la politica non è un esercizio di buone maniere. Svegliamoci. E anche rapidamente. Perché così davvero non ha senso”.