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Milano, ‘sua moglie ha un tumore’ e asportano lo stomaco ma non era vero

Medici asportano lo stomaco dopo la diagnosi di un tumore maligno, la procura li manda a processo: “Era totalmente sbagliata”.

Una storia, l’ennesima, di malasanità, che porta a processo due chirurghi dell’Irccs Multimedica di Sesto San Giovanni.

Secondo la Procura di Monza è stato asportato lo stomaco “per errore” a una paziente di 53 anni, dopo una “diagnosi di tumore maligno” che si è rivelata “totalmente sbagliata”.

L’udienza è fissata per il 17 settembre; la donna è parte civile ed è assistita dall’avvocato Francesco Cioppa. Nella denuncia della signora, presentata dall’avvocato e pubblicata in parte su il Messaggero, il racconto del calvario che ebbe inizio nel 2016.

Il 25 marzo 2016 la signora fu coinvolta in un incidente stradale a seguito del quale venne ricoverata all’ospedale Multimedica di Sesto San Giovanni a Milano.

Dopo diversi esami medici le viene detto di essere “portatrice di ulcera gastrica in fase di recrudescenza”. “Purtroppo – spiega la signora nella denuncia – non era quella la verità sulle ragioni del mio ricovero”.

Chiamarono il marito in separata sede e gli comunicarono che la moglie era affetta da una grave forma di tumore maligno allo stomaco. “Ero distrutta. Tumore, quindi, non ulcera gastrica“, racconta la signora.

Venne operata il 4 aprile e da quel momento la sua vita cambia totalmente. Il 5 maggio e dopo aver perso 30kg torna in ospedale per una visita di controllo e scopre di essere “afflitta esclusivamente da un ulcera gastrica”.

Alla domanda sul perché i medici decisero di asportare lo stomaco in assenza di tumore, le venne risposto che “la gastrectomia andava comunque effettuata per le altre patologie che la affliggevano”.

Tumore allo stomaco: diagnosi priva di fondamento scientifico

La conferma che quella diagnosi di tumore maligno era “priva di ogni fondamento scientifico” l’ebbero grazie a un loro consulente medico, il 27 maggio 2016. Il trenta giugno dello stesso anno parte la denuncia.

Secondo il pm, i due medici non solo “hanno male interpretato la Egds (esofago-gastro-duodenoscopia) e la Tac addominale”, ma avrebbero anche “formulato un’errata diagnosi di carcinoma gastrico” senza “attendere l’esito delle biopsie eseguite”.

Nel sito dell’Ansa leggiamo che, secondo l’accusa, la signora non venne informata dell’assenza di questi esiti. Non le avrebbero nemmeno spiegato “le ragioni della scelta di eseguire un’asportazione totale rispetto alla possibilità di procedere a una asportazione parziale dell’organo”.

Per il pm non hanno eseguito biopsie per “acquisire ulteriori elementi di valutazione”. E non hanno tra l’altro rispettato le “linee guida in materia che impongono, ove possibile, di privilegiare un’asportazione parziale”. Una vicenda assurda. E pensare che erano anche in due.