Immacolata Iacone moglie di Raffaele Cutolo dopo anni di silenzio rilascia di nuovo un’intervista in cui parla di suo marito, di quello che ha fatto e dell’amore che li lega da 40 anni.
Immacolata aveva 17 anni quando si è sposata con il capo della Nuova Camorra Organizzata, NCO. Ha dovuto prestare giuramento davanti ad un vescovo per farlo.
Lo sposò nel 1983, nel carcere dell’Asinara, con la promessa che lui, già trentottenne, sarebbe stato fuori massimo in due anni. Di anni ne sono passati 37 e lui non è mai uscito.
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«Raffaele Cutolo è una brava persona»
La donna dipinge il marito con gli occhi di una persona innamorata, come un uomo buono che non ha mai fatto del male.
Quando le viene fatto presente che suo marito è stato indagato prima e poi condannato per molti omicidi sia come esecutore ma anche come mandante, lei replica che è stato sempre per difesa.
Dice che è un uomo anziano, con i capelli bianchi e molti acciacchi ma che sta bene e che la morte non è vicina. È segnato dal carcere duro e merita rispetto.
La donna per parlare della sua bontà cita il suo coinvolgimento nel caso Ciro Cirillo, il democristiano che venne sequestrato dalle Brigate Rosse a Torre del Greco.
Cutolo dal carcere dell’Asinara venne incaricato delle trattative con i brigadisti e ne ottenne il rilascio. Diversamente andò con il caso Moro.
La moglie di Don Raffaè ha infatti detto che suo marito durante le contrattazioni per il rilascio ha avuto le mani legate, che alcuni politici non hanno voluto che intervenisse.
In realtà la donna lascia intendere che non è che abbiano solo evitato che intervenisse, non hanno proprio voluto salvarlo.
Il coinvolgimento di Cutolo nelle trattative bastò per fargli perdere la fiducia dell’ambiente criminale. Venne ritenuto un debole, uno che contrattava con il nemico.
Sono giorni bui della storia italiana, probabilmente sapremo la verità tra molti anni o forse non la sapremo mai. La signora chiede rispetto per il marito, forse quel rispetto che lui non ha avuto per le sue vittime?