Vi è mai capitato di tornare a casa e scoprire che vostra moglie è stata rapita e sposata da un musulmano? Forse perché non siete pakistani cristiani.
Islamabad, 25/02/2019. Naveed Iqbal, cattolico, telemarketer, come ogni giorno, finito il suo turno, rincasa per abbracciare sua moglie Saima e i loro tre figli.
Ad attenderlo alla porta però ci sono soltanto i suoi bambini che gli riferiscono scioccati la notizia: “È venuto un uomo e ha preso la mamma”.
Iqbal naturalmente si precipita nella prima stazione di polizia per denunciare l’accaduto e riferire il nome di colui che sospetta essere il rapitore: Muhammad Khalid Satti.
La polizia: “Dimentica tua moglie”
In centrale però, i poliziotti anziché iniziare la caccia ai sequestratori, decidono di contattare Satti e allertarlo della situazione. Oltre al danno, la beffa.
Satti è infatti un noto criminale incallito che con l’appoggio di molti complici, da anni perseguita le oltre 300 famiglie cristiane presenti sul territorio.
Tuttavia iniziano le ricerche e dopo 8 giorni l’uomo riceve una chiamata sconvolgente dagli ufficiali: “Abbiamo trovato tua moglie, ora è musulmana e sposata con Satti. Dimenticala”.
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Naturalmente Iqbal non si rassegna, supplica il sovrintendente della polizia fino a minacciare di darsi fuoco se non fossero intervenuti. Solo allora decidono di agire.
Riescono così a far irruzione in casa del rapitore. Recuperano Saima che viene subito trasferita in un ricovero per donne. Satti finisce in prigione.
Ma l’inferno non è finito. Durante gli interrogatori la donna ammette di aver volontariamente deciso di convertirsi e di sposare Satti, che viene quindi scagionato.
In privato confesserà disperata a Iqbal di aver mentito poiché costretta dal suo aguzzino. Pena: l’incolumità dei bambini. Gli mostra anche segni di tortura sul corpo.
La svolta arriva quando Iqbal ormai abbandonato dalle istituzioni lancia sui social un video-appello al primo ministro Khan. Il video è virale. Intervengono le organizzazioni estere.
Il ministro degli interni Afridi, così, ordina di arrestare nuovamente Satti e sospende l’ufficiale di polizia per negligenza criminale. Saima torna finalmente a casa dai suoi.
“Non è la stessa persona” – dice Iqbal – “soffre di stress post-traumatico. Ma ho fede che il Signore guarirà il suo spirito con il tempo”.
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