Chi è Momo? Come colpisce? Sta tornando in Italia? I genitori si devono preoccupare? Cosa c’è di vero? Proviamo a dare qualche risposta a queste domande.
Ricordate il servizio nel programma ‘Le Iene’ in cui si parlava di un “gioco” dal nome Blue Whale?
La vittima doveva affrontare 50 prove, ogni volta che ne superava una, quella successiva diventava sempre più pericolosa e così fino al suicidio. Una volta iniziato non si poteva tornare indietro, pena, la ritorsione sui familiari.
A guidare la vittima verso il suicidio un “curatore” che istruiva i ragazzi sulle prove da superare. Secondo il servizio delle Iene, il Blue Whale ebbe inizio in Russia.
La puntata suscitò notevoli polemiche, la trasmissione fu accusata di aver mandato in onda una bufala e di aver trattato l’argomento con superficialità.
Le immagini mandate in onda erano fortissime ma non vi era alcuna certezza sul fatto che quei ragazzi avessero deciso di togliersi la vita in quanto vittime del “gioco”.
Ma il problema vero fu proprio la scoperta del Blue Whale. In Italia infatti erano in pochissimi a parlarne e “grazie” a quel servizio, migliaia di adolescenti iniziarono a informarsi.
Pensate a un minore che vede i suoi coetanei suicidarsi in maniera del tutto naturale. Non era certamente istruttivo, non lo era soprattutto per le menti più deboli.
Vero o non vero, il tema rimbalzò su tutti i quotidiani nazionali. Il danno era fatto: milioni di adolescenti conobbero Blue Whale.
L’altra sera, mentre ero a lavoro, ricevo un messaggio da parte di mia moglie in cui mi scrive di essere preoccupata per un gioco molto pericoloso diventato virale.
La scoperta di Momo
Incuriosito dalla notizia ho iniziato a sbirciare in rete e, dopo qualche ricerca, ho trovato lui: Momo. Una scoperta decisamente tardiva pensai, le notizie infatti erano relative al 2018. E invece…
Pochi giorni fa, la polizia dell’Irlanda del Nord ha pubblicato la foto di Momo su facebook, chiedendo ai genitori di fare attenzione.
https://www.facebook.com/PoliceServiceNI/posts/10157024592331649:0
Anche diversi siti ne parlavano e qualcuno paventava un ritorno di Momo in Italia ovvero, che la notizia tornasse virale. In realtà già lo era, virale, altrimenti non avrebbe attirato l’attenzione di mia moglie.
Pensai subito al servizio delle Iene e al Blue Whale e solo dopo altre ricerche ho intuito potesse trattarsi dell’ennesima bufala. Un modo stupido per spaventare i genitori, cosa che tra l’altro avevo appena riscontrato.
Ma da dove nasce la figura di Momo? L’ immagine è stata ripresa da una scultura di nome “Mother Bird” (donna uccello) disegnata dall’artista giapponese Kiesuke Aisawa ed esposta nel 2016 a Ginza, Tokio.
Secondo quanto riportato da perfetti sconosciuti (gente anonima che dice di aver giocato), l’unico modo per interagire con Momo è WhatsApp.
Una volta entrati in contatto la vittima inizia un percorso di prove molto pericolose fino al suicidio. Vi ricorda qualcosa? Già, sembra essere molto simile al Blue Whale.
Stabilire la verità su temi così delicati non è una cosa semplice. In questo caso non credo c’è da preoccuparsi, ad ogni modo: mai abbassare la guardia. Da notizie come questa possiamo trarne comunque esperienza e prevenire.
Bufale o non bufale, sappiamo che il web è pieno di contenuti che potrebbero turbare i nostri figli, dunque, il mio invito è di prestare sempre attenzione a cosa stanno guardano. Non serve la censura, basta il dialogo.