Ieri abbiamo pubblicato un articolo sulla vicenda dei cartelloni raffiguranti i “mostri di Bibbiano” esposti sulle vetrine di una pizzeria di Cremona.
La storia ci ha incuriositi e quindi abbiamo contattato telefonicamente Tony Racano, il titolare della pizzeria “Il dollaro”, per farci raccontare l’accaduto dal diretto interessato.
Antonio, padre di una bambina di 5 anni, si è mostrato un ragazzo determinato e ha compiuto un gesto forte per chiedere giustizia per i bambini, posizionando quei cartelloni in vetrina.
Ci ha rilasciato una lunga intervista che trascriveremo senza omettere nulla, cercando di riportare il più fedelmente possibile il suo racconto.
“I mostri di Bibbiano” in vetrina: il racconto di Tony Racano
“Dopo aver sentito e risentito, letto e riletto tante oscenità, tante notizie veramente inimmaginabili su internet, sui giornali, sui social, a proposito dello scandalo di Bibbiano, dopo gli arresti fatti con prove schiaccianti, video, filmati ecc., ho deciso di fare questo gesto.
Di notte, dato che soffro di insonnia, mi sono messo a cercare immagini sui “mostri di Bibbiano” e ho trovato un servizio andato in onda su Rete 4 dove c’erano le foto dei tre arrestati.
Ho salvato le immagini che mi interessavano insieme ad altre immagini di bambini prese da un sito sulla tutela dei minori e ho chiamato un grafico al quale ho commissionato il lavoro.
Lunedì scorso ho affisso i cartelloni alle vetrine e per due giorni nessuno ha fatto storie. Mercoledì invece appena ho aperto la pizzeria sono iniziati i problemi: prima di mezzogiorno è venuta la Digos.
Molto gentilmente e con professionalità mi hanno fatto domande sulla motivazione che mi ha spinto ad attaccare i cartelloni.
Ho spiegato che era un’azione personale senza nessun fine politico e che per questo non ho volutamente menzionato nessun partito politico.
Il mio interesse era solo quello di chiedere giustizia per i bambini e per le famiglie e dopo l’accertamento non hanno rilevato nulla di illecito.”
Le prime lamentele da parte dei cittadini
“Dopo la visita della Digos mi sono accorto che i miei concittadini non erano pazzi di gioia per il mio gesto, nonostante questo ho lascito tutto com’era.
È venuta in seguito una giornalista di “CremonaOggi” alla quale ho rilasciato poche dichiarazioni omettendo il nome della pizzeria per non farmi pubblicità.
Ho ricevuto la chiamata da parte di un altro giornalista de “La Provincia di Cremona” al quale ho raccontato le stesse cose.
Dopo l’uscita degli articoli ho ricevuto una valanga di commenti positivi sulla mia iniziativa ma anche critiche, insulti ma nessuna minaccia.
Agli insulti ero pronto perché penso che dietro una tastiera le persone si sentano per qualche motivo spinte a scrivere cattiverie, a diventare leoni dietro uno schermo.
Solo una signora ha avuto il coraggio di venire a parlare con me mentre facevo le pulizie al locale nel primo pomeriggio di mercoledì.
Mi ha chiesto se avevo messo io le immagini e quando ho risposto di sì mi ha detto che non potevo mettere alla gogna delle persone senza che ci fosse stato prima un giusto processo.
Io mi sono sentito di fare un esempio piuttosto lampante, anche se non volevo mettere in mezzo la politica, e le ho ricordato che Berlusconi prima di essere processato era già stato condannato da tutti.
Quello che ho fatto io è stato mettere in vetrina delle persone che erano state arrestate, non che avevano ricevuto un avviso di garanzia.
Finita la discussione ho detto alla signora che la rispettavo per essere venuta a dirmi in faccia quello che pensava e lei se n’è andata pacificamente.”
I giornali parlano dei cartelloni sui “mostri di Bibbiano”
“Ho cercato di tenere lontano la politica dalla mia iniziativa ma quando hanno cominciato a criticarmi per aver messo in vetrina i “mostri di Bibbiano” hanno iniziato a parlarne.
Questo mi è dispiaciuto parecchio perché il mio intento era di parlare dei bambini ma evidentemente alle persone interessa di più la politica.
Mi rattristano queste cose perché quello che è accaduto a Bibbiano è molto grave e non si può lasciare da parte quello che è successo per la politica.
Credo che le persone che parlano di politica lo fanno perché questa vicenda non li ha coinvolti personalmente e quindi è semplice sviare il discorso.
Sono convinto che dovremmo stare tutti uniti dato che quello che è successo è gravissimo e dovremmo continuare a chiedere giustizia.
Chi è responsabile di quanto accaduto, le persone accusate di essere i “mostri di Bibbiano”, dovranno marcire in galera.
Detto questo mi rendo conto che prima di tutto debba venire la presunzione d’innocenza e mi rendo conto anche di aver agito di impulso.
Ho sbagliato a mettere il manifesto con le immagini? Forse. Forse mi sono fatto prendere la mano perché sono un papà e mi sono sentito veramente colpito.
Il mio intento era comunque quello di far parlare di questa vicenda e ci sono riuscito solo che ne hanno parlato in maniera sbagliata.
Pensavo che si parlasse del problema, dei “mostri di Bibbiano”, invece si è parlato solo della parte politica e questo mi rattrista.”
Cartelloni tolti e le cattive recensioni
“Ieri ho tolto il cartello con le fotografie per porre fine a queste continue scritte ingiuriose ma c’è una cosa che mi fa molto male.
Le persone che sono venute nella mia pizzeria non hanno avuto il coraggio di parlarmi ma hanno poi lasciato delle recensioni negative su internet.
Il problema è che non le hanno lasciate sulla pizza ma sui cartelloni e questo lo trovo semplicemente assurdo dato che erano qui e potevano parlare con me.
Alcuni li ho contattati addirittura su Messenger per poter chiedere spiegazioni e poter parlare con loro, mica volevo fare una rissa, solo capire il loro gesto.
Queste persone non sanno che per queste recensioni potrebbero rovinarmi e addirittura farmi perdere il lavoro. In questo campo cattive recensioni possono metterti in ginocchio.
Hanno scritto queste cose non per contestare il mio lavoro di ristoratore ma perché ho deciso di espormi pubblicamente per chiedere giustizia.
Volevo ricordare che ho anche scritto una mail al sindaco dopo che sono cominciati a girare gli articoli chiedendo scusa se avevo in qualche modo messo in cattiva luce la città e che non era mia intenzione farlo.
Ho tolto tutti i manifesti lasciando solo un foglio appeso perché non mi voglio tirare la zappa sui piedi da solo, ho un’attività da mandare avanti e non voglio che ci vada di mezzo insieme al personale.
Invito tutti i commercianti a mettere in vetrina un foglio A4 con la scritta “Vogliamo la verità su Bibbiano” visto che lo ha fatto anche la Regione Piemonte.
Oggi dopo quello che è successo a Roma al carabiniere ucciso mi sono sentito di ricordare anche lui appendendo una sua fotografia all’interno del locale.“