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10 navi da crociera inquinano tanto quanto i 260 milioni di auto d’Europa

Qual è la prima cosa che pensate quando guardate delle navi da crociera? Sono quasi certo di poter indovinare: una vacanza. Magari ci chiediamo dove sia diretta o quante persone ci lavorino.

Insomma, una serie di domande e riflessioni abbastanza normali e forse banali. Eppure, qualcosa su cui riflettere seriamente c’è. Ad esempio: vi siete mai chiesti quanto inquinano queste navi da crociera?

Queste grandi navi le vediamo spesso nei porti, ferme (per modo di dire) in tutta la loro magnificenza.

Ma c’è un problema: i motori sono accesi e continuano a lavorare per garantire tutti i servizi al personale di bordo e ai loro ospiti.

Secondo un nuovo studio sulle emissioni delle navi da crociera in Europa, realizzato dall’organizzazione non governativa Transport & Environment (T&E), 200 navi da crociera producono circa 20 volte più ossidi di zolfo di tutte le auto d’Europa (260 milioni di automobili).

E indovinate quante sono le città italiane tra le 50 più inquinate d’Europa? 10! L’Italia è tra i paesi più colpiti da questo tipo di emissioni insieme alla Spagna.

Il dato più inquietante è quello di Venezia, classificata al terzo posto in Europa e preceduta solo da Barcellona e Palma di Maiorca.

Un vero e proprio dramma considerando le polemiche di questi anni, non ultime quelle di questi giorni dopo l‘incidente tra una nave da crociera e un battello di turisti.

Le navi da crociera nelle città italiane

Dal Fatto Quotidiano leggiamo che nella sola Venezia “ogni anno 68 grandi navi stazionano quasi 8mila ore in porto a motori accesi, emettendo 27.520 chilogrammi di ossidi di zolfo”.

Ovvero “20 volte la quantità dello stesso inquinante prodotta dalle automobili nell’intera area comunale, Marghera e Mestre comprese”.

Anche Civitavecchia non se la passa proprio bene con le sue 76 navi per un totale di 5.466 ore di stazionamento all’anno. Poi c’è Napoli al dodicesimo posto seguita da Genova, La Spezia (18°), Savona (20°), Cagliari (30°), Palermo (35°), Messina (36°), Bari (50°).

Secondo questo studio della T&E, l’inquinamento causato dalle navi riguarda soprattutto le città del Mediterraneo e per due motivi in particolare: un consistente flusso di turisti e la normativa sulle emissioni navali che nell’Europa meridionale è molto meno stringente.

Ci chiediamo se non sarà il caso di avvisare Greta e dirgli di piazzarsi con il suo cartello in qualche porto… Chiudiamo con un velo di ironia ma ovviamente la questione è molto più seria di quanto si possa immaginare.

Dovrebbe anche farci riflettere sulle diverse preoccupazioni imposte dall’alto e che spesso risultano fuorvianti rispetto ai problemi reali.