HomeSaluteNietzsche avrebbe pensato che oggi siamo tutti pazzi: ecco il suo consiglio

Nietzsche avrebbe pensato che oggi siamo tutti pazzi: ecco il suo consiglio

Se Nietzsche avesse vissuto ai giorni nostri avrebbe pensato che siamo tutti pazzi e forse si sarebbe ritirato a vivere in solitudine in una foresta.

«La gente vive per il presente, in fretta e in modo irresponsabile: e questo lo chiama libertà» scriveva il filosofo alla fine del XIX secolo.

Come negare che la fretta è ormai diventata una condizione abituale della nostra vita? Prendersi un po’ di tempo spesso è un’impresa irraggiungibile.

Mentre corriamo e viviamo veloci la nostra vita crediamo di risparmiare tempo, ma non è così: la fretta e la velocità lo accelerano.

Non abbiamo più tempo da dedicare a noi stessi. Vittime della fretta perdiamo di vista la nostra vita e il nostro essere sforzandoci di vivere in automatico per riuscire a fare tutto.

Come dice Nietzsche: «la fretta è universale perché tutti fuggono da se stessi». Fermarci ci spaventa perché non sappiamo cosa troveremo guardandoci dentro o se ci piacerà come siamo diventati.

La parte più difficile è disimparare questa abitudine malsana di correre, di riempire l’agenda e di occupare ogni minuto della nostra vita.

Se riuscissimo a fermarci solo un attimo però capiremmo che le cose davvero importanti non sono quelle dettate dalla fretta e qui viene in nostro aiuto Nietzsche.

Nietzsche ci offre l’antidoto alla fretta

Il filosofo descrive la fretta come “indecorosa” e insegna i pilastri essenziali che aiutano a vivere in modo calmo e completo per godere pienamente ogni momento della nostra vita.

Nietzsche spiega come sia importante fare delle pause per riflettere, in modo calmo, per trovare il modo di scoprire piano piano la realtà.

Come possiamo leggere ne Il crepuscolo degli idoli”: «devi imparare a vedere e devi imparare a pensare».

«Imparare a vedere implica abituare l’occhio alla calma, alla pazienza, lasciare che le cose si avvicinino – continua il filosofo – imparare a rinviare il giudizio, ad avvicinare e analizzare il caso specifico da tutti i lati».

Altro punto fondamentale è quello di essere capaci di rinviare decisioni e azioni, provare a «non rispondere immediatamente a uno stimolo, ma a controllare gli istinti che creano ostacoli, che ci isolano».

Il filosofo indica la fretta di rispondere come «un sintomo di malattia, decadimento ed esaurimento».

Molto spesso succede che la fretta e la mancanza di riflessione ci porti a prendere decisioni sbagliate. E allora ecco che la lentezza viene in nostro aiuto.

È in quei momenti di calma e pazienza che ritroviamo noi stessi e impariamo a godere della compagnia del nostro essere che avevamo trascurato.