Come ogni anno, alla fine di ottobre, le lancette degli orologi si sposteranno indietro di un’ora: scatterà l’ora solare. L’orario tornerà a essere quello previsto dal fuso orario di riferimento.
Quest’anno il giorno del ripristino dell’ora solare sarà il 27 ottobre, alle ore tre della notte; il nuovo orario resterà in vigore fino a domenica 29 marzo del 2020.
Il sistema dell’ora legale, introdotto in Italia nel 1966, permette di sfruttare al meglio le ore di luce durante tutta la bella stagione.
Tra marzo e ottobre è disponibile una maggiore quantità di luce, dato che il sole sorge prima e tramonta più tardi. Così, spostando avanti le lancette di un’ora, le ore di luce corrispondono effettivamente alle ore destinate alle attività umane.
Prendiamo come esempio l’Italia, nei mesi estivi: se, con l’ora solare, il sole sorge alle 4:30 del mattino e tramonta alle 20, con l’ora legale il periodo di luce tra alba e tramonto sarebbe dalle 5:30 alle 21.
È facile intuire che un’ora di luce tra le 4:30 e le 5:30 sia meno utile rispetto a un’ora di luce tra le 20 e le 21. Questo spostamento permette un conseguente risparmio sui consumi di energia elettrica.
Secondo l’ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, Energia e Ambiente) questo sistema comporta un risparmio dello 0,2% sul totale dei consumi e costituisce una cifra significativa nell’ambito delle politiche di risparmio energetico.
Ultimo anno dell’ora legale?
Solo 76 Stati, in tutto il mondo, adottano l’alternanza fra ora legale e ora solare. In Russia lo spostamento delle lancette è stato già abolito sin dal 2011.
Il 2019 potrebbe essere l’ultimo anno di vigenza dell’ora legale; in effetti, dopo una consultazione pubblica avvenuta tra luglio e agosto 2018, la Commissione Europea aveva già proposto di abolire il cambio dell’ora.
O meglio, ciò che di fatto la UE ha abolito è l’obbligo, per i vari Paesi membri, di passare da un’ora all’altra. Ogni Stato sarà quindi chiamato a decidere, nei prossimi due anni, se rimanere con l’ora solare o adottare, quale fuso orario definitivo, quello dell’ora legale.
A questa consultazione hanno partecipato in larga parte i cittadini dei Paesi del Nord Europa, ai quali non giova l’ora legale: nel Nord Europa le giornate estive sono già molto lunghe, a causa della vicinanza di quelle regioni al Polo Nord.
In Finlandia, ad esempio, nei giorni più lunghi, il sole sorge prima delle quattro del mattino e tramonta quasi alle 23.00.
L’ora guadagnata, quindi, non serve né ad avere più luce di sera, né per risparmiare sul fronte energetico. La possibilità di avere più luce a disposizione avvantaggia soprattutto i paesi del Sud Europa.
I sostenitori della proposta, i quali ritengono che il mantenimento dell’ora legale provocherebbe un danno alla salute, hanno avuto la meglio, raggiungendo l’84% dei voti. Ma c’è da dire che, a tutt’oggi, non vi sono studi scientifici che dimostrino questo supposto danno per la salute.
In linea generale i Paesi meridionali dell’Unione potrebbero conservare l’ora legale per tutto l’anno mentre quelli settentrionali potrebbero optare per il perenne mantenimento dell’ora solare.
Cosa cambierebbe in Italia
La UE ha deciso di lasciare una libertà di manovra ai singoli Stati, che potranno scegliere in autonomia. In particolare l’Italia avrà tempo fino ad aprile del 2020 per effettuare la propria scelta, le cui modalità sono tuttavia ancora oggetto di futuri negoziati.
I dati della TERNA, l’azienda italiana che gestisce la rete di trasmissione dell’energia elettrica, parlano di un consumo inferiore di 560 milioni di kWh l’anno grazie al cambio dell’orario.
Un risparmio di oltre 115 milioni di euro per le famiglie italiane se si considera che un kilowattora, per il cliente domestico con potenze contrattuali fino a 6 kW, ha un costo medio variabile tra 0,19 ed 0,48 euro, comprensivo dei servizi di rete, delle accise e dell’IVA, al lordo delle imposte.
Tra il 2004 e il 2017 il passaggio tra ora solare e ora legale ha permesso agli italiani di risparmiare 1 miliardo e 435 milioni di euro.
Ma una cosa è certa: dal 2021, non vi saranno più spostamenti di lancetta, all’interno della singola nazione. L’ultimo cambio di ora, per i Paesi che decideranno di mantenere l’ora legale in modo permanente, avverrà quindi l’ultima domenica di marzo del 2021.
Mentre per gli Stati che preferiranno mantenere l’ora solare, gli orologi cambieranno definitivamente nell’ultima domenica di ottobre dello stesso anno. Si potrebbe quindi creare un’Europa con fusi orari a macchia di leopardo.