Matteo Orfini, parlamentare del Partito Democratico, rilancia la proposta sullo ius soli. “Ma se dicessimo: va bene, la prossima settimana si fa il taglio dei parlamentari (definendo con quale nuova legge elettorale). Ma dopo, cari alleati, con la stessa urgenza e la stessa enfasi, facciamo lo ius soli”.
Lo ha scritto sulla sua pagina Facebook ponendo l’attenzione su uno dei temi più discussi di questi ultimi anni. Orfini è sempre stato molto attento al tema dell’immigrazione: secondo alcuni commentatori, sembra addirittura non parlare d’altro
Ecco ad esempio il commento di Mauro: “Orfini ma non sai parlare di altro, io come elettore del PD sono sgomento, non so se piangere o ridere: avere in un partito uno che è ossessionato dai migranti”.
In effetti scorrendo la bacheca del deputato PD, l’argomento sembra essere molto ricorrente. Del resto Orfini è uno di quelli che fece parte della delegazione che salì a bordo della Sea Watch.
Orfini e la battaglia sullo ius soli
Ovviamente il dibattito sullo ius soli riscuote sempre grande clamore. Soprattutto all’interno del Partito Democratico dove, se pur propensi a una legge sulla cittadinanza, non tutti sembrano essere d’accordo sui tempi. Per alcuni parlare di ius soli in questo momento sarebbe un vero e proprio suicidio politico.
Matteo Orfini non è solo nella battaglia sulla cittadinanza: oltre al sostegno di molti colleghi dem e dei nuovi alleati a Cinque Stelle, arriva anche quello di Elena Bonetti, nuovo ministra della Famiglia e delle Pari opportunità.
Ha dichiarato al quotidiano Avvenire: “Ho sempre ritenuto che la scuola sia il primo luogo in cui si costruisce la cittadinanza. Personalmente penso che sia stato un errore nella scorsa legislatura non approvare la legge sullo ius culturae e ho sostenuto l’iniziativa di legge popolare promossa in tal senso dai Comitati di Azione civile”.
Poi aggiunge: “Spero che in questa legislatura si trovino le condizioni perché questo accada. Educare e formare nelle nostre scuole ragazzi nati e cresciuti in Italia ai quali di fatto non riconosciamo la cittadinanza è come allenare una squadra e poi lasciarne metà in panchina. Ci perdiamo tutti”. – Foto da YouTube
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