Nell’ultima puntata di Petrolio, in onda su Rai2, il professor Marianno Franzini ha spiegato la possibile applicazione dell’ozono contro il coronavirus.
La puntata di venerdì scorso di Petrolio, un programma televisivo d’inchiesta in onda su Rai 2, condotto da Duilio Giammaria, si è occupata interamente di coronavirus.
Molti personaggi della comunità scientifica erano presenti per parlare della recente emergenza esplosa nel nostro Paese: tra i tanti anche la virologa Ilaria Capua e il vice ministro della Salute Pier Paolo Sileri.
Tra gli interventi il più curioso è stato sicuramente quello del professor Marianno Franzini, presidente internazionale della Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia (SIOOT).
«In tutto il mondo si pratica ossigeno ozono terapia, non è una medicina alternativa. È una medicina tutt’al più complementare con il farmaco, di aiuto al farmaco» inizia così l’intervento del prof. Franzini dopo la presentazione di Giammaria.
Continua: «La conoscenza l’abbiamo, ci dobbiamo togliere il velo di pensare che sia una cosa strana, alternativa. È una medicina».
L’inviato chiede al professore che effetto potrebbe avere l’ozono su un paziente che ha contratto un virus o un batterio.
La risposta è molto chiara e semplice: «Battericida sui batteri e virustatica sui virus, cioè ne blocca la replicazione».
L’ozono potrebbe aiutare a contrastare il coronavirus
«Costa niente e anche sul coronavirus, che non è un virus particolarmente aggressivo, l’ozono ha la sua funzione. Le capsule dei virus non resistono all’azione dell’ozono», spiega il prof. Franzini.
«La letteratura scientifica ci dice che non c’è batterio o virus che resistano più di quattro minuti al contatto con ozono», afferma il professore.
A questo punto l’inviato chiede se il fatto che l’ozono terapia costi così poco e sia così poco diffusa è segno che le case farmaceutiche non abbiano interesse a diffonderla.
«Sarebbe un errore se l’industria farmaceutica pensasse così perché, come dicevo prima, l’ozono può essere il più grande amico del farmaco in quanto ne potenzia gli effetti. Quindi non viene tolto nulla alla farmaceutica ma viene potenziato l’effetto», risponde Franzini.
«Noi (n.d.r. SIOOT) stiamo facendo anche una battaglia culturale oltre che scientifica per esempio nell’antibiotico resistenza. Utilizziamo antibiotico e ozono insieme con dei protocolli particolari e non avremo l’antibiotico resistenza» continua il presidente internazionale SIOOT.
«Tradotto vorrebbe dire che potremmo avere 6000-7000 morti in meno all’anno solo in Italia. L’OMS ha previsto che entro il 2050 avremo più morti da antibiotico resistenza che non da tumore», conclude.