La Danimarca ha bandito gli PFAS, dei composti chimici usati nella produzione del teflon, che serve per rivestire padelle antiaderenti e contenitori per alimenti sospettati di essere nocivi per la salute.
Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono da anni al centro di polemiche in quanto sospettate di provocare una serie di patologie sull’uomo a causa della contaminazione delle falde acquifere.
Gli PFAS sono usati soprattutto nel settore alimentare per conferire ai materiali l’impermeabilità all’acqua e ai grassi.
Di questa classe di composti fa parte anche l’acido perfluoroottanoico (PFOA) che è usato come emulsionante nella produzione del teflon che poi andrà a rivestire le padelle antiaderenti.
Le troviamo anche nei cartoni della pizza, nei contenitori per alimenti, in alcuni tessuti tecnici e nelle schiume antincendio.
Sono presenti tanti studi sul PFOA che hanno portato molte agenzie internazionali a pronunciarsi sull’argomento.
L’Agenzia per la protezione ambientale statunitense (EPA) nel 2017 ha classificato PFOA come cancerogeno confermato negli animali.
Già nel 2016 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) lo aveva classificato nel gruppo 2B, cioè come “possibile cancerogeno per l’uomo”.
Danimarca bandisce padelle antiaderenti e cartoni alimentari impermeabili
La Danimarca è il primo Paese in Europa che ha deciso di bandire da luglio 2020 l’uso degli PFAS nel settore alimentare, quindi per le padelle antiaderenti e i cartoni alimentari impermeabili.
La decisione è scaturita dal fatto che queste sostanze si accumulano nell’acqua e nei terreni, per poi finire nella catena alimentare e di conseguenza nel nostro organismo.
Tra le patologie che si imputano agli PFAS troviamo alcuni tipi di tumori, problemi all’apparato riproduttivo e al feto e sono considerati interferenti endocrini.
È sicuramente di rilevanza un rapporto del Nordic Council in cui hanno indicato che nell’Unione Europea l’esposizione agli PFAS costa in termini di salute tra i 52 e gli 84 miliardi l’anno.
Il governo danese ha quindi optato per vietare l’uso di queste sostanze in favore di altri metodi che non hanno alcun potenziale cancerogeno.