Da Italexit a Paragone per l’Italia, il partito si spacca e c’è chi prova a spiegare cosa sta succedendo.
Mia Gandini, delegato nazionale di Italexit, ha pubblicato un video in cui spiega le ragioni che stanno determinando una spaccatura all’interno del partito.
“Faccio questo video su richiesta di molti che chiedono chiarimenti in merito alla confusione di queste ultime settimane, sui ruoli e sul futuro del nostro partito”.
Gandini ha spiegato che l’attuale segretario del partito, Gianluigi Paragone, dopo la sconfitta elettorale avrebbe dovuto raccogliere i suoi intorno a un tavolo e fare il punto della situazione. Invece avrebbe cominciato a epurare le persone che lo criticavano.
Paragone e il partito
“Non si è messo assolutamente in discussione – ha commentato il delegato – e ha incominciato a commissariare una serie di territori dove c’erano appunto persone a lui non gradite, sostituendole dalla sera alla mattina con persone di suo fiducia”.
A questo punto, dal momento che lo statuto prevede il commissariamento soltanto in casi straordinari, i dissidenti decidono di reagire. Il 23 febbraio scorso si sono incontrati e hanno revocato, a maggioranza, tutti i provvedimenti di commissariamento emanati da Paragone.
Paragone pare abbia convocato una nuova assemblea e nominato nuovi commissari. “Oggi 15 regioni su 20 sono affidate a persone scelte e imposte da lui – ha detto Gandini – che a loro volta commissariano i non graditi”.
Poi ha spiegato a cosa è dovuta questa divisione, a due visioni diverse del partito. Da una parte c’è chi ritiene preminente l’idea originaria, dall’altra chi ritiene preminente Paragone, accettando di seguirlo e lasciando che apporti cambiamenti al partito.
Quindi ha elencato alcuni di questi cambiamenti. Primo fra tutti il nome e il simbolo, non più “Italexit“ ma “Per l’Italia con Paragone”.
Il secondo sarebbe il cambio di linea politica. Il terzo le violazioni dello statuto. “Da mesi riscontriamo gravissime forzature alle regole che ci siamo dati. Forzature che di fatto si traducono in sostanziali violazioni dello Statuto”.
Secondo la Gandini: “A chi protesta per queste forzature toglie la parola, lo espelle dalle pagine di Facebook e dalle chat. Di fatto la democrazia interna del nostro partito è completamente sospesa”.