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Piante tossiche che si trovano nei giardini e possono essere mortali – Foto

Le erbe commestibili possono assomigliare ed essere scambiate con piante tossiche o velenose. Non basta guardare una foto, bisogna toccarle sul luogo in cui nascono per distinguerle al tatto, sentirne l’odore e poi sceglierle secondo il sapore preferito o la ricetta che si intende cucinare.

Nei miei articoli precedenti ho parlato delle erbe selvatiche commestibili, delle loro proprietà, della raccolta e del loro uso nelle varie ricette di cucina. Prima di raccoglierle bisogna essere assolutamente certi della loro commestibilità per non incorrere in pericoli.

Nelle campagne e anche nei nostri giardini ci sono molte erbe e piante che assomigliano a quelle commestibili ma sono tossiche o velenose. I bambini sono quelli più a rischio, perché attratti da una bacca colorata, o che per gioco potrebbero ingerire qualche foglia o fiore.

È bene riconoscere quindi anche le erbe e le piante tossiche o velenose in modo da poterle evitare e sapersi comportare di conseguenza in caso di ingestione. In caso di necessità sarà meglio approfondire con una ricerca della pianta in questione e se necessario rivolgersi con urgenza a un pronto soccorso.

Le piante tossiche o velenose che possiamo facilmente trovare

Il Tasso Taxaceae (Foto 1) è considerata la pianta più velenosa. Chiamato anche Albero della morte, i rami, le foglie e i semi delle sue bacche rosse sono velenosissimi. Principio attivo la tassina, molto tossica, con effetto paralizzante e narcotico, che provoca difficoltà respiratorie e problemi al cuore.

Aconito Napello (Foto 2) appartenente alle ranunculaceae. Questa è una pianta altamente velenosa. In antichità veniva usata per causare omicidi. I sintomi partono dall’intorpidimento della gola, debolezza muscolare, ed evolvono con problemi respiratori, e cardiaci gravissimi.

Bastano pochi grammi della pianta per rischiare la morte e il semplice contatto con la pelle può già provocare dei disturbi.

Belladonna (Foto 3) questa pianta fa parte delle solanaceae, come il pomodoro, la patata, i peperoni e le melanzane. La pianta ha un odore sgradevole su fusto e foglie. Velenosi sono i frutti, bacche scure di aspetto invitante e di sapore gradevole che possono assomigliare a quelli dei mirtilli.

I gravi sintomi da avvelenamento sono allucinazioni, perdita di sensibilità, vomito, che possono sfociare in convulsioni e paralisi respiratoria. I sintomi devono essere immediatamente trattati con lavanda gastrica.

Cicuta (Foto 4) Tra le piante più velenose c’è sicuramente la cicuta maggiore. Si può riconoscere per il suo sgradevole odore. Quando la pianta è giovane può essere scambiata per carota selvatica o prezzemolo selvatico.

Contiene 5 alcaloidi neuro tossici che provocano tremore muscolare, spasmi, forte salivazione, collasso respiratorio. I frutti verdi della cicuta contengono la più elevata concentrazione di veleno, che è però presente in tutta la pianta, anche in foglie, fusti, fiori e radici.

Ricino (Foto 5) L’olio di ricino non è pericoloso, ma lo è il rivestimento dei suoi semi. Essi infatti, quando vengono masticati, rilasciano una sostanza molto tossica, considerata uno dei più potenti veleni presenti in natura, e possono provocare la morte per asfissia.

Dafne (Foto 6) Dhafne mezereum. Le bacche di questa pianta sono tra quelle più velenose, il solo contatto con le stesse può provocare dopo poche ore arrossamento, bolle e vesciche. I sintomi di avvelenamento sono come quelli di un’appendicite acuta.

Negli adulti una decina di bacche possono causare la morte. Si trova nei boschi tra 500 e 1800 m di altitudine.

Digitale (Foto 7) Pianta molto velenosa ricca di saponine e glicosidi cardiaci. I sintomi sono problemi intestinali, sonnolenza, confusione mentale, disturbi visivi, collasso. Per fortuna vomito e diarrea iniziali spesso eliminano in parte l’ingestione tossica prima che venga assorbita dal corpo.

Erba Morella (Foto 8) Salarum nigrum. Appartiene come la belladonna alla stessa famiglia della solanaceae. E’ una pianta molto simile a quella della melanzana, cresce spontanea negli orti. Il rischio di avvelenamento è per l’ingestione delle bacche che contengono alcaloidi.

Oleandro (Foto 9) tutta la pianta è tossica, una sola foglia può causare la morte di un bambino. Contiene anche molta saponina che per fortuna favorisce il vomito con l’eliminazione della parte ingerita per questo il rischio di avvelenamento è basso.

Morella rampicante (Foto 10) Solanum Dulcamara, rampicante molto comune nel nostro paese. Non è tra le più velenose ma è quella con la quale si intossicano di più i bambini.

Ha frutti rossi simili al ribes di sapore dolce amaro che contengono alcaloidi, saponine e ossalati che provocano disturbi intestinali, vomito e difficoltà respiratoria che sopraggiungono dopo alcune ore.

Anemone (Foto 11) tutta la pianta è tossica e urticante sia per l’uomo che per gli animali. Contiene saponine tossiche e un alcaloide velenoso che irrita le mucose e la pelle sia dell’uomo che del bestiame.

Provoca crisi convulsive e problemi gastrointestinali, è una pianta potenzialmente mortale perché causa depressione respiratoria.

Colchico o zafferano bastardo (Foto 12) mortale, causa collasso, paralisi muscolare e respiratoria. Il colchico è autunnale e produce le foglie solo dopo la fioritura con 6 stami.

Si differenzia dal Croco Crocus sativus da cui si ricava lo zafferano perché quest’ultimo nasce in primavera e mostra le foglioline insieme al fiore che contiene solo tre stami. Esiste anche il Crocus vernus o falso zafferano che cresce in primavera con il fiore di tre stami prima delle foglie.

Edera (Foto 13) rampicante con bacche di colore scuro, molto appetitose per gli uccelli ma velenose per l’uomo. Contengono glucosidi tossici e saponine che provocano gravi problemi fino al coma.

Esiste anche un’edera (Ellera) con foglie a gruppo di tre, di forma appuntita, irritanti e velenose al contatto che possono causare anche shock anafilattico, è l’edera del Canada ormai diffusa anche da noi.

Aquilegia (Foto 14) pianta con fiore molto bello ma velenosa in tutte le sue parti. Contiene sostanze che danneggiano il cuore e possono provocare crampi, difficoltà respiratorie, aritmie.

Datura Stramonium (Foto 15) chiamata anche erba del diavolo o delle streghe perché in passato era usata per riti sciamanici. Tutte le parti della pianta sono velenose, in particolare i semi che contengono alcaloidi narcotici e allucinogeni che possono provocare paralisi dei muscoli e della respirazione.

Agrifoglio (Foto 16) Questa pianta molto conosciuta sotto Natale per i suoi rami decorativi ha le bacche velenose. Contengono saponine e altri composti tossici  che provocano problemi gastrointestinali anche se non mortali.

Ci sono altre piante tossiche o velenose. L’Abro, con semi di colore rosso, aventi una delle estremità di colore scuro. L’Erica, con tossine presenti nei fiori che causano disturbi al cuore e convulsioni. Il Mughetto, pianta con bellissimi fiori bianchi molto profumati ma pericolosa per uomini e animali: tutta la pianta è velenosa.

E poi l’Azalea con le sue foglie, le bacche del Gelsomino, tutta la pianta della Calla, la linfa dell’Iris, fiori e semi del Glicine, il lattice della Stella di Natale, il lattice delle foglie e del tronco del Ficus, i bulbi del Ciclamino e del Giacinto, tutte le parti della pianta della Ginestra, i fiori e le foglie della Begonia, tutta la pianta dell’Elleboro o rosa di Natale che è tossica e allucinogena.

Il Coturnismo è l’avvelenamento dell’uomo derivato dall’ingestione di carne di volatili liberi, come allodole, quaglie o pernici, che si sono cibati magari di bacche velenose.

Le carni di questi animali, infatti, divengono tossiche quando si alimentano con piante velenose che per loro sono innocue, ma trasmettono il veleno all’uomo attraverso la loro carne che l’ha assorbito.

Può capitare anche alle mucche di trasmettere il veleno attraverso il latte se hanno brucato erbe velenose. Le api, se succhiano il nettare di fiori velenosi, lo trasmettono al miele che diventa tossico; può succedere anche alle lumache, se si cibano di erbe velenose diventano tossiche loro stesse.