Migliorare il reddito di cittadinanza e rinunciare a quota 100: il neo ministro Roberto Gualtieri ha le idee chiare sul futuro del governo
“È molto complicato e controproducente smontare quello che c’era prima, soprattutto quando ci sono determinati diritti acquisiti delle persone, che hanno negoziato gli scivoli con le aziende, non è serio […] quota 100, fortunatamente, andrà a esaurimento e noi di certo non la rinnoveremo”.
Sono le parole pronunciate dal nuovo ministro dell’Economia Roberto Gualtieri durante l’intervista di Piazza Pulita, programma in onda su la7 condotto dal giornalista Corrado Formigli.
Introdotta con la scorsa legge di Bilancio, quota 100 prevede l’anticipo pensionistico per chi ha almeno 62 anni d’età e 38 anni di contributi versati.
Bye bye quota 100
Un provvedimento fortemente voluto dalla Lega che prevedeva il passaggio a quota 41 ovvero: la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi versati indipendentemente dall’età. Un concreto superamento della legge Fornero ampiamente criticata dal leader del carroccio Matteo Salvini.
La fase sperimentale della quota 100 durerà fino al 2021. Alla fine del triennio si sarebbe potuta rinnovare ma, secondo quanto pronunciato dal ministro Gualtieri, non c’è alcuna volontà da parte del nuovo governo nel proseguire in questa direzione.
Forse, sia il Partito Democratico, sia i Cinque Stelle ne avrebbero fatto volentieri a meno sin da subito, per risparmiare qualche miliardo e investirlo altrove.
Ma toglierla non avrebbe aiutato il nuovo insediamento: oltre i conti c’è anche una questione politica. Del resto, tra i promotori della quota 100, c’erano proprio i pentastellati; tornare indietro significherebbe rinnegare quanto detto e fatto con il governo giallo-verde.
Se non la si può cancellare la si potrà certamente depotenziare, anche in considerazione dello stanziamento previsto: 8,3 miliardi di euro. Una cifra importante e che potrebbe essere dimezzata.
La maggioranza di governo punta molto sulla poca adesione a quota cento nel 2019. Si pensa di poter investire per i prossimi due anni dai 2 ai 4 miliardi.
Questo comporterebbe un risparmio notevole e si potrebbero destinare parte di quei soldi al taglio del costo del lavoro. Insomma, bye bye quota 100. Chissà cosa ne pensano gli italiani.