di Pietro Di Martino – Raffaele Di Terlizzi aveva 45 anni, da 27 lavorava a Pisa nella Squadra Volante. In questi ultimi sette mesi stava combattendo contro una terribile malattia: è morto sabato 9 marzo.
Nel 2004 è stato insignito dal Capo della Polizia della medaglia di bronzo al valore civile per aver salvato quindici persone ricoverate nell’Ospedale di Cisanello.
Durante un incendio nel seminterrato dell’Ospedale poi sviluppatosi nei piani superiori, l’agente Di Terlizzi, insieme a un collega, riuscirono a portare fuori dall’edificio 15 malati caricandoseli in spalla.
Di seguito, ecco il ricordo dei colleghi pubblicato in un post Facebook nella pagina “Noi poliziotti per sempre”.
Raffaele Di Terlizzi: il ricordo dei colleghi
Condoglianze alla famiglia e alla polizia di Stato!! Riposa in pace Raffaele. Lutto in Questura, è morto l’agente Di Terlizzi: salvò pazienti in ospedale caricandoseli sulle spalle
Per 27 anni in forze alla Squadra Volante a Pisa, sempre in strada ad aiutare i cittadini. Il ricordo commosso dei colleghi.
Un lutto ha colpito la Questura di Pisa. E’ morto ieri, sabato 9 marzo, Raffaele Di Terlizzi, poliziotto da anni in servizio in città. Una terribile malattia lo ha spento, lentamente, in sette mesi.
Di Terlizzi, 45 anni, nativo di Bari, ma pisano d’adozione, da 27 anni era un agente della Squadra Volante: in auto, in moto, di notte e di giorno, sempre per strada tra la gente, sino a raggiungere il grado di assistente capo coordinatore.
Lascia un vuoto incolmabile tra le colleghe e i colleghi che, da un giorno all’altro, lo hanno visto sempre meno presente al lavoro.
Il suo spessore umano era immenso come l’amore per la divisa che indossava, che ha sempre onorato con professionalità e dedizione al servizio dei cittadini.
Nel 2004 è stato insignito dal Capo della Polizia della medaglia di bronzo al valore civile per aver, nel 2001, insieme ad un collega, evacuato un intero plesso dell’Ospedale di Cisanello a seguito di un incendio sviluppatosi al piano seminterrato dell’edificio e poi propagatosi negli altri piani. Salvò la vita, insieme al collega, di 15 pazienti non deambulanti, caricandoseli sulle spalle.
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La nota della Questura di Pisa
“Per i colleghi che hanno avuto l’onore di lavorare con lui – sottolineano dalla Questura di Pisa – rimane indelebile il ricordo di un amico sempre pronto a tenderti la mano e di un poliziotto dotato di grande umanità, oltre che di grandi doti investigative; sempre operativo ma capace, al contempo, con le proprie qualità comunicative, di risolvere molte situazioni rischiose con il semplice utilizzo della parola e con l’elevata capacità di ascolto. Negli interventi con soggetti in stato di agitazione, spesso anche armati, i colleghi si affidavano a lui proprio perché era in grado di disinnescare l’aggressività e stemperare la tensione delle persone semplicemente ascoltandole e parlandoci, senza ricorrere alla forza”.
Chi gli è stato vicino, lungo tutto il decorso della malattia, lo ha visto lottare fino alla fine, senza mai chinare la testa anche davanti alle diagnosi più infauste.
Un mese prima di morire, in una fase di tregua temporanea del suo calvario, era passato a salutare i colleghi in Questura.
Diceva che si sentiva meglio, che sarebbe tornato e che, se le forze non gli avessero consentito di stare fuori, in strada, dove era sempre stato, avrebbe chiesto di prestare servizio in sala operativa, per coordinare e supportare i colleghi dall’alto della centrale.
I funerali verranno celebrati oggi 11 marzo, alle 15.30, presso la chiesa della Sacra Famiglia, quartiere Pisanova, a Pisa.