Ospite ieri mattina a L’aria che tira, il giornalista Federico Rampini ha spiegato le ragioni che lo inducono a non credere a tutte le notizie che provengono dall’Occidente sul conflitto tra Russia e l’Ucraina.
“Ho accolto con molto scetticismo la notizia che la Russia arruola i diciassettenni” ha detto.
“Non sono un esperto militare e non voglio improvvisarmi. Ricordo però, banalmente, che la Russia ha il terzo esercito più grande del mondo dopo quello cinese e indiano”.
Secondo Rampini non è verosimile pensare che i russi siano già a corto di organico, dopo aver schierato circa 200mila uomini sul fronte ucraino.
Rampini: “Ucraini molto bravi a fare disinformazione”
“Mi sembra che ci sia anche un ottimo lavoro della disinformazione ucraina” ha aggiunto. “Gli ucraini sono molto bravi a spargere le notizie che accentuano le difficoltà di Putin”.
Rampini ha detto che dietro questa disinformazione ci sarebbe anche l’intelligence americana e inglese.
“Ricordiamoci che in ogni guerra c’è anche una guerra della disinformazione. In Occidente, forse, c’è una tendenza a precipitare verso le conclusioni che Putin è in un pantano, che non ce la sta facendo, che ha già perso la guerra”.
Lo stesso rischio di quando si descrive un Putin completamente isolato e strangolato dalle nostre sanzioni economiche.
“Non è esattamente così – ha spiegato – non solo c’è la Cina che sostiene la Russia ma anche l’India, Il Pakistan. Secondo me la Cina ha già fatto la sua scelta di campo”.
Poi ha commentato la telefonata della settimana scorsa tra il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e quello cinese Xi Jinping.
“Non è andata bene. Il passaggio chiave è il proverbio che Xi Jinping ha citato: «Spetta a chi ha messo il sonaglio al collo della tigre il compito di toglierlo». Traduzione: voi della Nato siete colpevoli, voi avete creato questo disastro e voi dovete risolverlo”.
Per il giornalista la Cina ha un ruolo enorme come sostenitore economico e geopolitico della Russia. Foto: La7