In Italia il reddito di cittadinanza verrà sospeso a centomila famiglie: il motivo risiede nella mancata integrazione alla domanda presentata da chi ne poteva beneficiare, prima dell’introduzione di nuove regole.
Il reddito e la pensione di cittadinanza furono istituiti col decreto legge del ventotto gennaio 2019. Il provvedimento è stato successivamente rivisto e discusso in Parlamento fino ad approvarne alcune modifiche nei mesi successivi.
Ma a marzo di quest’anno, erano già state presentate mezzo milione di domande sulla base delle norme iniziali. Il governo decise allora di dare un periodo transitorio di sei mesi e pagare ugualmente l’assegno alle domande già accolte.
Tre settimane fa – si legge sul Corriere della Sera – l’Inps ha inviato un sms a 520mila famiglie beneficiare del reddito, chiedendo di completare, entro il ventuno ottobre, la domanda presentata a marzo, pena la sospensione del sussidio fino a quando gli adempimenti richiesti non saranno rispettati.
Reddito di cittadinanza: 100mila famiglia escluse dal sussidio
Al ventuno ottobre, soltanto l’ottanta per cento dei beneficiari ha integrato la domanda e dunque, il restante venti per cento, pari a centomila famiglie, da questo mese non dovrebbe più ricevere più il sussidio.
Le nuove modifiche, con regole più stringenti, prevedono due dichiarazioni: nella prima di non essere soggetti a misure cautelari né a condanne definitive negli ultimi dieci anni. Nella seconda che non ci siano disoccupati a seguito di dimissioni volontarie.
Le regole sono ancora più stringenti per gli extracomunitari. Dovranno presentare infatti una certificazione delle autorità dello Stato di provenienza tradotta in italiano e bollata dal consolato per accertare il possesso dei requisiti.
Le revoche al sussidio, secondo i tecnici, saranno destinate ad aumentare grazie ad un maggior controllo da parte della Guardia di Finanza e alle sanzioni previste per chi si sottrae al percorso di inserimento al lavoro o sociale.
Per ora, il totale delle famiglie beneficiarie del reddito dovrebbe scendere dal un milione e 248mila a 850mila. Un tesoretto che il governo dovrà scegliere come utilizzare.