Resto al sud… se il bando parte. In Italia non si può dire che le politiche a sostegno dello sviluppo economico siano certamente caratterizzate dalla rapidità.
Con la legge di bilancio 2019 il governo, al fine di sostenere la nascita di nuove iniziative imprenditoriali e professionali, intraprese da giovani desiderosi di restare nelle regioni del mezzogiorno, ha esteso la platea dei beneficiari del bando Resto al Sud .
Il limite di età dei soggetti beneficiari è stato, infatti, esteso da 35 a 45 anni. Nonostante la legge sia stata emanata oltre sei mesi fa, ad oggi mancano ancora le disposizioni attuative che consentono concretamente di poter presentare le domande di ammissione alle agevolazioni previste.
Se a ciò aggiungiamo che, allorquando saranno emanate le disposizioni attuative e presentate le relative domande, i tempi di istruttoria delle stesse non saranno neanche probabilmente rapidi, allora comprendiamo bene perché i giovani sono sempre più sfiduciati e desiderosi di abbandonare il nostro bel paese.
Resto al sud: investire sulle proprie competenze
Più in generale la misura Resto al sud offre la possibilità di investire sulle proprie competenze al fine di ottenere un rapido inserimento nel mondo del lavoro a chi risiede in una delle seguenti regioni d’Italia: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
L’agevolazione consiste nella concessione di un finanziamento massimo di 50mila euro a persona, per la creazione di nuove attività (fino a 200mila euro in caso di società).
Le due agevolazioni che spettano con Resto al Sud sono: 1 – Contributo a fondo perduto fino al 35% del programma di spesa; 2 – Finanziamento bancario a tasso zero pari al 65%, concesso da una banca aderente alla convenzione tra Invitalia e ABI, garantito dal Fondo di garanzia per le PMI. Il finanziamento va restituito in 8 anni.
Ci auguriamo che il governo emani a breve le tanto attese disposizioni attuative, al fine di rendere operative le lodevoli intenzioni, apprezzate dai più, di far ripartire lo sviluppo delle aree cosiddette svantaggiate.