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HomeAffariRistoranti chiusi: «Voi ci volete vedere cattivi ma noi non ci suicidiamo...»

Ristoranti chiusi: «Voi ci volete vedere cattivi ma noi non ci suicidiamo…»

Le misure di sicurezza che il Governo impone al settore della ristorazione non permetterà a tutti di riaprire: molti ristoranti restano chiusi.

Sui social, ormai da tempo, abbiamo visto un numero crescente di ristoratori disperati per i protocolli imposti per la riapertura.

Sulla pagina Facebook Salutami a Socrate, lo scorso venerdì è apparso un video che in poco tempo è diventato virale con più di due milioni di visualizzazioni.

«Questo è il distanziamento sociale che vuole l’INAIL: due metri. In questa sala ci entravano otto tavoli e arrivavamo a 22 coperti, adesso sono al massimo sei persone (in tre tavoli, n.d.r.)».

Il titolare ha chiesto al Governo: «Ci sono i contratti di otto persone che lavorano qua dentro, otto famiglie più due proprietari, per un totale di dieci famiglie. Possono vivere con tre tavoli? Se sì, venitelo a fare voi questo lavoro».

«Dopo tutta questa storia — indicando i tavoli — ci sono anche le bollette: l’acqua 843 euro, il telefono 734 euro. Poi ci sono gli affitti, un’altra mazzata e le tasse del suolo pubblico che ogni volta sono 500 euro. Come dobbiamo fare a far funzionare questa storia? Perché non ci aiutate?»

Ristoranti restano chiusi: «Noi non ci suicidiamo»

In riferimento alle ultime indicazioni del decreto, ha chiesto: «Io voglio capire una cosa. Com’è possibile che la responsabilità dei dipendenti e dei clienti ricada sul proprietario? Il coronavirus è visto come infortunio sul lavoro. Non possiamo aprire in queste condizioni, non posso rischiare una causa penale».

«Voi mi dovete dire come fare per rendere questa struttura produttiva. Io voglio capire come fare, non per portare i soldi a casa, perché è diventato un delitto in Italia, ma per pagare le bollette e soprattutto le tasse sulle bollette».

Infine ha concluso: «Non si può aprire in queste condizioni. Voi ci volete vedere cattivi, infelici. Noi non ci suicidiamo, scendiamo in piazza».

Come la sua attività, ci sono altri ristoranti che restano chiusi nonostante il decreto permetta la riapertura, perché alle condizioni fissate dal Governo è impossibile farcela.

Ne ha parlato anche un’altra giovane ristoratrice romana che, in un servizio di Non è l’arena, ha racchiuso un una frase quello che molti del suo settore e non solo pensano: «Hanno tolto la serenità alle persone. Dopo anni di fatica, passione, lavoro e amore non ci meritiamo tutto questo».

https://www.facebook.com/salutameasocrate/videos/864500934055341/