Oggi gli attivisti del Movimento Cinque Stelle dovranno votare sulla piattaforma Rousseau se andare o meno al governo con il Partito Democratico.
“Sei d’accordo che il Movimento 5 stelle faccia partire un governo insieme al Partito Democratico guidato da Giuseppe Conte?”
Questo il quesito al quale dovranno rispondere gli iscritti del Movimento Cinque Stelle sulla piattaforma Rousseau. Il risultato sarà in ogni caso sorprendente e le ragioni risiedono in un problema sia istituzionale che politico.
Se infatti gli attivisti sceglieranno di non andare al governo con quello che Di Maio aveva definito “il partito di Bibbiano”, sarebbe un bel problema dal punto di vista istituzionale.
Se invece la base dovesse optare per un governo con il PD, il rischio di perdere ulteriore consensi è molto alto e lo è non tanto per la scelta di allearsi con un’altra forza politica (così come avvenne per la Lega), ma per le tante divergenze tra i due partiti.
Del resto, in questi quattordici mesi di governo giallo/verde a porre le firme non era solo la Lega. Ed è proprio sul sostegno del Movimento, e in particolar modo di Giuseppe Conte, che il PD ha fatto una campagna contro quelli che, da domani, potrebbero diventare i loro alleati.
Anche l’alleanza con la Lega non era semplice ma, di base, c’era una visione generale molto più compatibile.
Si pensi alla Fornero, al tema sicurezza, a quanto detto dal presidente Conte sull’immigrazione quando, durante il discorso al Senato, disse: “Metteremo fine al business dell’immigrazione che è cresciuto a dismisura sotto il mantello della finta solidarietà”.
Erano soprattutto d’accordo sul fatto che questa Europa doveva necessariamente cambiare e che si doveva proiettare l’Italia verso una politica più “sovranista”. Posizioni completamente diverse dal PD dei “porti aperti” e fortemente europeista.
Da Von der Leyen a Rousseau
Poi quel voto dei Cinque Stelle in Commissione europea a favore di von der Leyen che ha inevitabilmente cambiato i rapporti con la Lega e la scelta “azzardata” di Salvini per tentare di concretizzare il forte consenso ottenuto in questi quattordici mesi.
A poche ore dal voto su Rousseau, Di Maio ha fatto sapere che “non esiste più un problema del vicepremier” mentre Conte prova a convincere gli attivisti sul nuovo governo.
“Non mi sfuggono le ragioni di perplessità”, dice Conte sulla sua pagina Facebook rivolgendosi agli attivisti del Movimento.
“Il M5s ha detto in modo molto chiaro prima delle elezioni che se non avesse avuto la maggioranza avrebbe realizzato il programma con le forze disponibili a farlo”.
Poi il chiaro invito a votare si: “A voi dico di non tenere nel cassetto queste idee e questi sogni: tirateli fuori, oggi più che mai ne abbiamo bisogno”.
Di Maio, con la rinuncia a vicepremier, ha voluto assecondare la richiesta di Beppe Grillo, anch’egli grande sostenitore di questa intesa.
Abbastanza singolare invece il fatto che l’avvocato Giuseppe Conte abbia deciso di fare un video in cui spiega le ragioni per formare questo governo.
Tante voci e tutte a favore lasciano trapelare una sorta di “paura” rispetto a quello che potrebbe essere l’esito del voto su Rousseau. Di fatto, quando si doveva votare sul governo con la Lega, nessuno dei big decise di fare appelli pro o contro.
Lasciarono alla base il compito e la responsabilità di decidere senza appelli di alcun tipo. Ora invece sembra evidente una forte spinta in favore dell’alleanza con il PD.
La necessità di un governo stabile
Leggendo i tantissimi commenti sulle varie bacheche dei politici a Cinque Stelle e del loro leader, Beppe Grillo, sembrerebbe che la base non abbia accolto molto bene la scelta di volersi alleare con il PD.
Staremo a vedere (tra dubbi e incertezze sul funzionamento della piattaforma) cosa “ordineranno” di fare gli attivisti ai loro “dipendenti” ma, come abbiamo già detto, il risultato sarà in qualsiasi caso sorprendente.
Forse, al quesito avrebbero dovuto aggiungere una seconda domanda, ad esempio: quanto pensi che possa durare un governo tra Partito Democratico e Cinque Stelle?
Già, perché il rischio di perdere tempo è davvero alto. Non sarebbe invece opportuno cercare un governo con una maggioranza tale da consentire stabilità per cinque anni?