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Rubano sulle tombe dei bimbi, il padre: «Non c’è fine alla miseria umana»

Il furto è avvenuto al cimitero di Viareggio, dove sono sepolte le vittime del tragico incidente che causò una vera e propria strage.

L’incidente ferroviario si è verificato nel 2009 quando il treno merci n.50325 è deragliato e ha fatto fuoriuscire gas da una cisterna contenente GPL.

Seguì un incendio che ha causato una vera e propria strage: furono 32 le vittime di diverse nazionalità, alcuni di loro sepolti nel cimitero dove è avvenuto il furto.

Per questa strage sono stati condannati dei dirigenti di Trenitalia e di altre società ritenuti responsabili dell’accaduto.

Furto al cimitero sulle tombe dei bambini

Marco Piagentini è il padre di due delle vittime della strage e ha dichiarato: “Purtroppo certa gente non si rende neppure conto delle azioni che compie e del loro significato. Alla miseria umana non c’è mai fine“.

Degli ignoti si sono introdotti nel cimitero di notte e hanno rubato dei giocattoli che i parenti delle vittime avevano adagiato sulle tombe.

Il furto al cimitero è avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì e quello che scandalizza di più è che erano tutti giocattoli di poco valore economico.

I giocattoli rappresentavano però un grande valore affettivo per la famiglia Piagentini perché ricordavano loro dei momenti felici dei loro figli.

I giocattoli erano due modellini di moto di plastica e un pallone da calcio poggiato sulla lapide di un altro bambino.

Incredibilmente non è la prima volta che avviene un furto al cimitero ai danni delle vittime della strage di Viareggio.

Lo scorso Aprile era toccato sempre alla famiglia Piagentini, questa volta però il furto era avvenuto sulla tomba della moglie.

Piagentini ha dichiarato al corriere Fiorentino: “In questi anni abbiamo dovuto sopportare sfregi e vandalismi di ogni genere.

Anche all’interno della Casina dei ricordi di via Ponchielli sono entrati più volte dei vandali, nonostante non ci fosse niente di prezioso da rubare, se non oggetti a noi cari.

Non dobbiamo né vogliamo rassegnarci a tutto questo“. Conclude così la sua intervista l’uomo sconsolato.