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Salvini e Di Maio insieme contro Tria: «il bonus di 80 euro non si taglia»

I vicepremier Matteo Salvini, e Luigi Di Maio sfiduciano il ministro dell’Economia Giovanni Tria: eliminare il bonus di 80 euro deciso a suo tempo da Renzi?

Salvini replica nel corso di Mattino 5 su canale 5: “No. Non è all’ordine del giorno. Siamo al governo non per togliere, ma per dare”.

Salvini conferma di essere contrario anche a un aumento dell’Iva che il ministro dell’Economia ha detto di preferire a un aumento dell’Irpef.

A tal proposito risponde secco a Tria: “Le dico che non la alzo, sarebbe folle alzare le tasse per punire artigiani, commercianti e famiglie”.

Bonus di 80 euro, Forza Italia: “Tria rischia di fare la fine del grillo parlante”

Nel giro di ventiquattro ore Di Maio e Salvini smentiscono il ministro Tria: il primo sulle coperture al decreto famiglia, il secondo sul bonus Renzi.

Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, dichiara: “Tria rischia così di fare la fine del grillo parlante, e con lui  tutto il sistema Paese”.

In questo modo i leader dei partiti di maggioranza Lega-M5s, hanno dato un messaggio chiaro ai mercati: la volontà di sfondare deficit e debito.

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Ovviamente il Pd, con in testa gli esponenti più vicini a Matteo Renzi, fa muro contro l’ipotesi preventivata da Tria.

A ribattere per prima via social network è Maria Elena Boschi: “Vogliono togliere soldi a 10 milioni di italiani che da 5 anni sono stati aiutati dal governo Renzi?

E poi più pesantemente aggiunge : “Ministro, la cosa fatta male non sono gli 80€, ma è il governo di cui fa parte lei”.

Anche Tommaso Nannicini, l’economista che a Palazzo Chigi contribuì a mettere a punto la misura del bonus Renzi, ci va giù pesante.

Infatti esplode: “Vogliono prendere i soldi dagli 80 euro per fare la Flat tax e così avviano la più grande operazione alla Robin Hood alla rovescia”.

L’ex sottosegretario del Pd conclude: “Così facendo toglierebbero reddito al lavoro medio basso per darlo a un 5% di contribuenti già straricchi!”.

Tria si conferma al centro delle polemiche: ricompatta M5s e Lega, e fa difendere dai due vicepremier una misura presa dal Pd di Renzi.