L’intervento di Matteo Salvini in Senato punta il dito sulla poca collaborazione del governo con l’opposizione. Poi critica i decreti, l’Ue e il governo cinese. Salva soltanto Mario Draghi.
“Guadiamo al futuro con proposte concrete per rispetto a chi, in questo momento, è a casa con problemi immediati. La gente vuole capire se la cassa integrazione gli arriva questo mese o fra due mesi: le bollette, gli affitti e i mutui non aspettano”.
È quanto dichiarato da Matteo Salvini durante il suo intervento in Senato. “Per medici e infermieri non bastano applausi, complimenti o medagliette: occorre intervenire sugli stipendi di chi rischia la vita in prima linea. Chiediamo che il 70% del loro stipendio sia esentasse”.
“Signor Presidente – continua Salvini – mancano milioni di mascherine, tute, camici e bombole di ossigeno; gli italiani sono a casa e si sacrificano, ma pretendono di essere protetti rispettati”.
Poi cita tre governatori di Regione in quota Pd: De Luca per la Campania, Bonaccini per l’Emilia Romagna ed Emiliano per la Puglia. Tutti e tre hanno fatto presente che le richieste al governo non sono state soddisfatte.
C’è spazio anche per una riflessione sul comportamento del governo cinese, colpevole, secondo il leader della Lega, di aver aspettato settimane prima di denunciare l’epidemia in corso.
“Se il governo cinese sapeva e non ha denunciato ha commesso un crimine ai danni dell’umanità. Ben vengano gli aiuti ma non si può far passare per salvatori coloro che hanno contagiato il mondo”.
Sull’emergenza sociale ed economica: “In Svizzera stanno risolvendo l’emergenza garantendo il 10% del fatturato dell’anno scorso con un tetto fino a 500 mila euro. Lo fanno con un foglio e non con 13 decreti, 300 divieti e 600 pagine da studiare che neanche un consulente del lavoro riesce a comprendere”.
Salvini in Senato: “Subito liquidità ai cittadini”
Ma anche il Regno Unito, dice Salvini, sta rimediando all’emergenza garantendo l’80% dello stipendio ai suoi lavoratori. Gli Stati Uniti garantiscono fino a duemila dollari per nucleo familiare.
“Bisogna dare subito liquidità! Temo che se aspetteremo ancora un mese o due, la gente uscirà di casa non certo per ringraziare”.
Matteo Salvini invita il presidente del Consiglio e tutto l’esecutivo a prendere in considerazione le proposte dell’opposizione e a essere collaborativi: “Non vogliamo essere spettatori”.
Poi la critica ai decreti: “Ci sono errori evidenti. I nostri emendamenti arrivano dagli artigiani, da piccoli imprenditori e partite Iva che non hanno alcuna certezza sui tempi di erogazione, sui mutui e su chi deve pagare l’affitto”.
E a proposito degli affitti, Salvini fa presente che il problema riguarda anche i privati e che la Regione Lombardia ha stanziato 30 milioni di euro per aiutare le famiglie in difficoltà economiche che vivono nei quartieri popolari.
“È troppo chiedere la sospensione degli adempimenti fiscali per tutto il 2020? Avete messo nel decreto la sospensione fino al 31 maggio. Ma davvero c’è qualcuno, tra voi, convinto che il primo giugno milioni di italiani siano in grado di pagare le tasse?”
Secondo il leader del carroccio occorre sospendere gli studi di settore e aiutare i sindaci: “Mettere soldi a disposizione dei sindaci, altrimenti rischiamo anche l’emergenza rifiuti”.
Durante il discorso manda un pensiero a tutti quei sacerdoti che nel nostro Paese “si stanno immolando per la cura delle anime. È la chiesa che preferisce restare in mezzo alla sua gente, e sono decine quelli che sono morti”.
“Bene Mario Draghi ma l’Ue non ha capito niente”
Quasi al termine dell’intervento cita l’ex presidente della BCE Mario Draghi, elogiando le sue ultime dichiarazioni sulla necessità di fare debito per rilanciare il Paese. Subito dopo attacca la Germania e l’Ue.
“Se il governo tedesco parla ancora di MES senza condizioni, prevedendo che vengano dati soldi all’Italia e che debbano essere rimborsati dai nostri figli, magari con una bella patrimoniale… non hanno capito niente”.
Quindi la frecciata al presidente Conte sul fondo salva stati: “Spero che nessuno, per portare due spiccioli dall’Europa, ipotechi il lavoro, la speranza e il futuro dei nostri figli”.
E conclude: “Se l’aiuto è richiesto, noi ci siamo e ci saremo, non fate da soli! Ammettere qualche errore fatto – riferendosi al presidente del Consiglio – non sarebbe segno di debolezza ma di forza”.