Il noto programma manda in onda le terribili immagini del tempio crematorio biellese. L’ex amministratore delegato insulta il giornalista.
La squadra della iena Andrea Agresti si è recata a Biella per ascoltare le famiglie coinvolte e il testimone che ha documentato l’orrore.
Lo scandalo è scoppiato a seguito delle denunce dei dipendenti che, profondamente indignati, hanno filmato quello che erano costretti a fare nel forno.
L’azienda concessionaria Socrebi dal 2017 avrebbe effettuato cremazioni multiple, bruciando contemporaneamente due salme e riducendo l’operazione a 60 minuti.
Cremazioni multiple: ecco cosa avveniva nel tempio crematorio per ridurre tempi e costi
Durante il servizio (qui per vederlo) le immagini documentano ciò che avveniva nel tempio su precisa richiesta dell’ad Alessandro Ravetti e del fratello Marco.
I dipendenti erano costretti ad aprire le bare zincate e spostare le salme in scatole di cartone, che poi venivano poste su una bara, in modo da bruciare due corpi.
Inoltre la cremazione veniva ridotta a soli 60 minuti, quando la durata indicata dovrebbe essere di 3 ore: questo per “accontentare l’incremento delle richieste“.
Il Codacons, mediante analisi, ha accertato che dentro un’urna cineraria consegnata ai parenti vi erano i resti di persone diverse.
“L’ordine era di dimezzare i costi vivi del forno e velocizzare la consegna delle urne“, spiega il testimone Filippo, lasciando turbato Agresti.
Da un documento dall’ASL di Biella emerge che nel 2017 sono stati cremati 3520 corpi: si ipotizza che per molti sia stata applicata la cremazione multipla.
Ma non finisce qui: le bare zincate venivano poi prese in consegna da un dipendente dell’azienda rifiuti locale e caricate sul furgone della nettezza urbana.
In alcuni filmati si vede Alessandro Ravetti che esce e paga l’addetto, in altri quest’ultimo che carica sul camion le bare come fossero rifiuti normali.
Fin qui quanto descritto è di per sé già atroce e immorale, come lo stesso Agresti sottolinea. Purtroppo c’è di più. Gli addetti dovevano recuperare maniglie, croci, viti e fiori freschi in modo che tutto potesse essere riutilizzato nell’impresa funebre dei Ravetti.
“Quando avanzava un coperchio il signor Roberto lo portava a casa, lo spezzettava e lo bruciava nella stufa come se fosse legna del bosco“.
E ancora: “Le urne spesso venivano riempite a casaccio con ceneri di più individui. I resti di ossa o altro venivano buttate nella spazzatura“.
Più di 600 le famiglie coinvolte: rabbia e sdegno anche sui social dopo il servizio che mostra la sfrontatezza di Alessandro Ravetti
La iena Agresti riesce a incontrare l’ex ad Alessandro Ravetti, che esordisce con: “Sto accompagnando i miei figli a scuola, un po’ di rispetto“.
Il giornalista Mediaset gli chiede se riesce a dormire tranquillo dopo tutto ciò che è emerso e riceve come risposta: “Sì, dormo proprio tranquillo“.
Dopodiché si dirige in auto dicendo che chiamerà il suo avvocato e insulta Agresti, che gli mostra la foto di una piccola bara bianca sopra una scatola di cartone.
Questo ha profondamente indignato i biellesi, che sulle pagine Facebook dei giornali locali hanno commentato con durezza l’atteggiamento del Ravetti.
Il sindaco di Biella Claudio Corradino, intervistato in merito, spiega che purtroppo lui non può intervenire finché non ci sarà una sentenza definitiva.
“Essendo una concessione di 27 anni, se si toglie senza tutti i fondati motivi giuridici dovremmo ancora pagare per i restanti“.
Infatti, dopo le indagini, le quote sono state tutte cedute alla madre e alla sorella, salvando così l’azienda che continua ad avere in gestione il Tempio.
“L’obiettivo è togliere alla famiglia Ravetti la gestione, io non porterei mai un mio defunto da loro! Ma allo stato attuale bisogna attendere“.
Evidentemente non tutti la pensano come il sindaco: sui social c’è chi commenta che vi sono persone che si affidano ancora a loro per le funzioni e la cremazione.