Un mese fa i seggiolini anti abbandono sono diventati obbligatori per i bambini fino a quattro anni di età. Ma qualcuno non è d’accordo con questa legge.
Ricorderete tutti il caos generato dall’entrata in vigore senza proroghe dell’articolo 172. Mentre si cercava di capire se le multe erano applicabili e dove cercare il miglior dispositivo, tre mamme hanno alzato la voce.
Le ha unite «la preoccupazione e l’obiettivo comune di non accettare questa legge ridicola che sembra perseguire un fine puramente economico e non di tutela nei confronti dei bambini».
Sono le ideatrici della petizione STOP AntiAbbandono che abbiamo raggiunto e intervistato per capire meglio la loro posizione.
Petizione contro i seggiolini anti abbandono: intervista alle ideatrici
Ciao e grazie per la vostra disponibilità. Come è nata l’idea della petizione? Da dove nascono le vostre preoccupazioni?
Essendo tutte e tre mamme di bambini piccoli siamo rimaste molto perplesse quando abbiamo sentito che questo nuovo decreto è stato introdotto da un giorno all’altro.
La vita dei piccoli deve essere indubbiamente protetta. Mai un bambino dovrebbe morire perché è stato dimenticato in macchina.
Però abbiamo maturato delle domande: quanti casi ci sono stati, gli eventuali danni delle radiazioni dei dispositivi, se la legge tutelava la salute o fini economici, come avrebbero fatto le persone che non usano uno smartphone (come i nonni).
Parliamo di otto bambini abbandonati rispetto a 11 milioni di neonati in venti anni. Ribadiamo che nessun bambino dovrebbe morire in macchina ma deve essere la responsabilità dei genitori e non della tecnologia ricordarsi dei propri figli.
Sia chiaro, per il benessere e la salute dei nostri figli spenderemmo tutti i soldi necessari. Ma questa legge non risolverà il problema perché abituerà le persone a non riflettere e con il tempo perderanno l’autocontrollo perché si affideranno alle tecnologie e non a se stessi.
Dopo una settimana di “violenza mediatica” sulle norme dei seggiolini anti abbandono è calato un silenzio tombale: perché nessuno ne parla più?
Ci saranno quelli che avranno comprato subito il dispositivo, quelli che stanno attendendo che siano di nuovo disponibili sul mercato e molti che avranno raggiunto la tranquillità sapendo che fino a marzo non devono fare niente.
Altri che sperano che la legge venga rinviata, come già successo in passato, in modo che i figli arrivino al compimento del quarto anno e altri ancora che non sanno che esista una legge del genere.
Purtroppo molte persone che non sono d’accordo con questa legge non hanno speranza di poter cambiare qualcosa, per cui tacciono.
Il ruolo dei media e della politica
Qual è il ruolo della politica rispetto a un tema così importante? Qualcuno si è fatto avanti per sostenervi?
La politica purtroppo ha già fallito, dato che esiste questa legge su cui lo Stato guadagna. Non ci aspettiamo che i politici ci sostengano più di tanto anche se abbiamo trovato appoggio nella politica locale.
Cosa suggerireste, in alternativa ai seggiolini anti abbandono, come soluzione al problema?
Invece di emanare una legge che costringe le famiglie ad affidare i propri figli a un dispositivo tecnologico, lo Stato dovrebbe affrontare le problematiche alla radice: permettere ai genitori di prendersi cura dei loro figli.
Questa legge è segno di incompetenza e di incapacità dei nostri politici nel risolvere i veri problemi. Bisogna puntare sulla sensibilizzazione delle persone che fanno parte degli eventuali gruppi a rischio.
L’uso dei seggiolini anti abbandono dovrebbe essere una cosa facoltativa e non obbligatoria. Per tutti questi motivi è nata l’idea di scrivere la petizione col fine di ottenere la revisione della legge 117 del 2018, articolo 172 del nuovo codice della strada.
Riteniamo che l’introduzione di un sistema di sicurezza dovrebbe essere richiesto all’industria automobilistica e non ai genitori. Dovrebbe essere incluso come standard sui veicoli, come è già accaduto per l’airbag, l’ESP, le cinture di sicurezza. Negli Stati Uniti, ad esempio, tutti i nuovi veicoli saranno dotati di un sistema di sicurezza equivalente entro il 2025.
Sostegno e firme per la revisione dell’articolo 172
Come pensate di portare avanti la petizione? Continuerete la vostra campagna di sensibilizzazione sull’argomento?
Siamo riuscite a raggiungere i media locali e provinciali. La difficoltà è raggiungere quelli nazionali che darebbero una bella spinta alla nostra petizione. Noi sicuramente continueremo a promuoverla sfruttando tutte le nostre possibilità.
Abbiamo creato su Facebook un gruppo pubblico, “Irrsinn des Gesetzes – STOP AntiAbbandono – La follia della legge”, che utilizziamo per dare informazioni a chi fosse interessato o per pubblicare i risultati delle nostre ricerche.
Cerchiamo di sensibilizzare continuamente le persone su questo argomento e anche di trovare sostegno per portare avanti l’obiettivo comune di raggiungere le firme necessarie per farci sentire a Roma.
Lasciamo un po’ di contatti per permettere a chi è interessato all’argomento di potervi raggiungere.
Volentieri, potete firmare la nostra petizione o iscrivervi al nostro gruppo Facebook STOP AntiAbbandono, oppure scriverci al nostro indirizzo e-mail: [email protected] – Foto Flickr