La SIDS è ancora un fenomeno poco compreso ma c’è una parte del mondo scientifico che la correla alle vaccinazioni infantili. Alcuni grafici riguardanti il periodo di lockdown potrebbero avvalorare l’ipotesi.
Da anni continua il dibattito sulle cause della sindrome della morte in culla ovvero della morte di neonati (fino a un anno) senza una precisa patologia.
Una delle ipotesi che spesso viene screditata e additata come complottista è quella che collega la SIDS alle prime vaccinazioni pediatriche.
Lockdown: crollano vaccinazioni e morti per SIDS
Un documento pubblicato lo scorso 18 giugno da Health Choice, a cura di Amy Becker e Mark Blaxill, ha posto l’attenzione sul tasso di mortalità nel periodo di lockdown, soprattutto in riferimento ai bambini. Ha ripreso e commentato il documento anche il dottor Scoglio.
Negli USA le cause dei decessi dei neonati sotto l’anno di età vedono ai primi tre posti le malformazioni congenite, la SIDS e gli incidenti (soprattutto casalinghi).
In questo periodo di lockdown, mentre tra gli anziani si è osservato un aumento esponenziale dei decessi, tra i bambini si è osservato il fenomeno esattamente opposto.
A partire da inizio marzo si nota una diminuzione dei morti di circa il 30% tra gli under 18: si è scesi dalla media di 700 morti settimanali degli ultimi 6 anni a meno di 500.
Potrebbe sorgere il dubbio che il calo, così evidente, potesse avere origine dalle misure restrittive, che hanno evitato situazioni rischiose a molti adolescenti.
Ma il dato si fa ancora più interessante osservando un altro grafico che diversifica le fasce di età.
Il dottor Scoglio nella sua nota ha affermato: «La gran parte dei circa 200 morti in meno alla settimana sono tutti nel gruppo 0-1, che passa da 417 a 249 morti (-168, ovvero l’84% del totale dei 200 morti in meno)».
Quali possono essere le motivazioni di questi dati
Le malformazioni congenite, al primo posto tra le cause delle morti dei neonati entro l’anno di età, difficilmente avrebbero potuto risentire degli effetti del lockdown.
Gli incidenti, specialmente quelli domestici, potrebbero essere aumentati, visto il maggior tempo passato a casa, anche se la presenza più costante dei genitori potrebbe aver mantenuto il dato stazionario.
Quindi rimane la sindrome della morte in culla. Nel loro documento Becker e Blaxill hanno fatto una valutazione che non è sconsiderata, visto che altri studiosi hanno ipotizzato un ruolo diretto tra vaccini e SIDS.
In questo periodo di lockdown c’è stato un crollo delle vaccinazioni pediatriche. Come dichiarato dall’OMS: «Dal marzo 2020 i servizi di routine di immunizzazione dell’infanzia sono stati interrotti su scala globale. Potrebbe essere una situazione senza precedenti dall’avvio dei programmi ampliati di immunizzazione negli anni ’70».
Il grafico qui sotto è riferito solo a due tipi di vaccini distribuiti negli USA ma anche per tutti gli altri vaccini pediatrici è facilmente rilevabile un andamento simile.
SIDS, vaccinazioni e bufale
Diversi siti che si occupano di “bufale e dintorni” si sono attivati velocemente per screditare l’analisi fatta da Health Choice.
Sul sito Open si può leggere un articolo su questo documento. Lo hanno confutato perché «non è uno studio scientifico sottoposto a peer review». Inoltre hanno ritenuto vaghe alcune affermazioni e hanno screditato i dati in quanto aneddotici.
Un altro sito che si è occupato della questione è Butac. Tutta l’analisi dei dati fatta da Health Choice sembrerebbe basata su fonti verificabili.
Butac però ha ritenuto la parte che collega la diminuzione di morti da Sids al crollo di vaccinazioni, un cherry picking, «ovvero una selezione precisa di cosa mostrare al proprio pubblico per poter portare avanti la propria teoria».