Circola in rete da pochi giorni ma già conta migliaia di visualizzazioni, un video intitolato: “Nuove malattie mentali: come i social network riprogrammano il cervello umano”.
A lanciarlo dal suo canale YouTube, Federico Pistono, il trentatreenne di Gattinara (VC) imprenditore, angel investor, autore, speaker e ricercatore ormai di fama mondiale.
Secondo Pistono i social network hanno ridotto drasticamente il nostro span di attenzione poiché il nostro cervello si è abituato a dedicare non più di 3 secondi ai contenuti delle bacheche mentre le scorriamo.
Di conseguenza le pubblicità sono programmate per attirare la nostra attenzione ogni 3 secondi facendo leva sulle nostre emozioni primarie: paura, eccitamento sessuale e noia.
Questo martellamento continuo ci rende incapaci di far silenzio e di fermarci a pensare poiché siamo sempre alla ricerca spasmodica e continua di stimoli.
Lo hanno capito bene i più famosi youtubers: “non stanno lì a fare un discorso ma urlano come se avessimo tutti il deficit dell’attenzione”
In America, dove questo fenomeno è più datato, specie tra gli adolescenti, sono aumentati i casi di disturbo del neurosviluppo che causa disattenzione, impulsività, iperattività.
Di conseguenza: “i ragazzi che usano i social media più di due ore al giorno, mostrano tendenze suicide e depressive. Il quadruplo rispetto a chi non li usa”.
I social network stanno devastando il cervello dei giovani
Le capacità di concentrazione e attenzione si stanno perdendo e ci sono già alcuni giovani che non le hanno mai sviluppate. “Questo dovrebbe essere un campanello di allarme”.
I figli dei più grandi Ceo della Silicon Valley non hanno smartphone: “Si guardano dal permettere che il cervello dei loro ragazzi venga manipolato”.
Anche l’inventore del famoso “like” di Facebook, si è licenziato, ha venduto le azioni e aperto campagne anti-FB dopo essersi accorto di aver rovinato il mondo.
Potrà sembrare inutile allarmismo, eccessiva demonizzazione dei social eppure basta osservare le nostre abitudini, i nostri giovani per capire che siamo di fronte a un problema che, se non affrontato tempestivamente, potrebbe scatenare conseguenze irrimediabili.
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