Mentre una parte di popolo festeggiava il 25 aprile, un pensionato di 70 anni si è tolto la vita perché stanco del lockdown.
Il fatto è accaduto a Remondò, frazione di Gambolò, in provincia di Pavia. L’uomo si è cosparso il corpo di nafta e poi si è dato fuoco.
La moglie, che ha assistito alla scena, ha chiamato subito i soccorsi che una volta giunti sul posto non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
Qualche ora prima, a Portici, un uomo di 48 anni si era tolto la vita lanciandosi dal balcone. Secondo quanto riportato da Il Mattino, l’uomo era “particolarmente vulnerabile in quanto già sofferente di disagi mentali e da tempo seguito dalle autorità sanitari“.
Si toglie la vita perché stanco del lockdown, l’ennesimo suicidio
Ieri sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato della fase due che di fatto, a parte la riapertura di alcuni reparti produttivi, ha lasciato quasi del tutto invariate le restrizioni presenti nella fase uno.
Siamo segregati in casa da oltre 40 giorni ma secondo il Governo e il comitato tecnico scientifico va bene così. Per le famiglie si è sostanzialmente deciso di lasciare tutto com’era prima.
In questi giorni di quarantena abbiamo provato più volte ad accendere i riflettori su un dramma che si consuma quasi ogni giorno, raccontando di chi, non riuscendo a superare le restrizioni, sceglie di togliersi la vita.
Si tratta per lo più di persone fragili, alcune delle quali, già in passato, avevano tentato il gesto estremo. Uomini e donne che, trovandosi chiusi in casa, amplificano il loro senso di solitudine e angoscia, anche per la paura di essere contagiati.
Storie che non abbiamo sentito in nessun Tg nazionale e questo nonostante si tratti di un dramma quasi quotidiano. Se infatti provate a digitare la parola “suicidio” su un qualsiasi motore di ricerca, troverete numerose notizie riportate da giornali locali.