Il peperoncino è una spezia molto amata dagli italiani di cui spesso si sente parlare per le sue proprietà. Un nuovo studio mostra come agisce su malattie cardiache e ictus.
È una spezia spesso presente sulle nostre tavole che vanta già molte proprietà benefiche. Ma da oggi gli amanti del piccante avranno un motivo in più per gustarla.
Un nuovo studio tutto italiano, pubblicato sul Journal of American College of Cardiology, ha dimostrato che consumare regolarmente peperoncino può ridurre il rischio di morire di infarto o ictus.
I ricercatori del Dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli hanno preso in esame circa 23.000 cittadini del Molise che partecipavano allo studio “Moli-sani”.
Hanno seguito per circa 8 anni il loro stato di salute e le loro abitudini alimentari. Confrontando i dati hanno potuto dimostrare che il consumo regolare di peperoncino (quattro o più volte a settimana) riduce il rischio di morte.
In particolare hanno rilevato una riduzione di mortalità del 23% per qualsiasi causa, del 40% per infarto e addirittura del 60% per ictus.
È vero che in Italia la dieta seguita è per lo più quella mediterranea ma come ha commentato l’autrice principale della ricerca Marialaura Bonaccio: «Un dato molto interessante è che la protezione dal rischio di mortalità è risultato indipendente dal tipo di alimentazione seguita».
«In altri termini – continua la ricercatrice epidemiologa – qualcuno può seguire la salutare dieta mediterranea, qualcun altro mangiare in modo meno sano ma per tutti il peperoncino esercita una funzione protettiva».
Gli altri studi sul peperoncino
Altri studi erano arrivati a risultati simili. Nel 2017 su Plos One era stata pubblicata una ricerca svolta negli Stati Uniti che evidenziava come il consumo abituale di peperoncini diminuiva del 13% il rischio di mortalità generale.
A quanto pare i benefici non provengono dai soli peperoncini ma da tutte le piante del genere Capsicum, che contengono capsaicina, la sostanza ritenuta responsabile delle proprietà benefiche.
Il prossimo passo sarà quindi capire le modalità biochimiche con cui agiscono i peperoncini e le altre piante contenenti capsaicina.