Sono tanti i Paesi che ultimamente hanno reintrodotto controlli alle frontiere sospendendo la libera circolazione stabilita dal trattato Schengen. Ultimo fra questi è la Svezia.
Infatti, un mese fa, il Paese scandinavo ha deciso di introdurre controlli alle frontiere per altri tre mesi per motivi di ordine pubblico e sicurezza.
La Svezia aveva già sospeso Schengen nel 2015 quando si verificò un enorme afflusso di immigrati dal Medio-Oriente, ma evidentemente i rischi sono ancora troppo elevati.
E giunge aspra la critica del ministro degli interni socialdemocratico Mikael Damberg nei confronti dell’Unione Europea, del trattato Schengen e della libera circolazione tra i Paesi.
«Non esistono controlli alle frontiere extra-Schengen!»
Il ministro ha dichiarato che la Svezia è stata costretta a introdurre controlli alle sue frontiere fino all’11 maggio perché non ce ne sono a quelle extra-Schengen.
Inoltre il governo prevede di assumere fino a 400 guardie di frontiera ben formate così da essere sicuri che siano in grado di distinguere i veri dai falsi rifugiati.
Ma ci sono alcuni aspetti su cui vale la pena soffermarsi: innanzitutto sarà interessante vedere se tali controlli termineranno davvero l’11 maggio o se saranno prolungati.
In secondo luogo è sorprendente come il governo svedese abbia preso questa decisione senza prima consultare l’UE e soprattutto come nessun funzionario europeo abbia protestato.
L’ultimo aspetto singolare e degno di attenzione è che a prendere questa decisione sia stato un governo di centrosinistra, il Partito Socialdemocratico dei Lavoratori.
Questo spiegherebbe come mai i media nostrani abbiano sottaciuto la notizia. Non si può accusare una coalizione di centrosinistra di essere fascista e razzista.
La verità è che non si possono gettare nel calderone del razzismo ovvie misure che servono a tutelare la sicurezza di una nazione. Non c’è partito o ideologia che tenga.
Ti potrebbe interessare l’articolo dell’Express che ha dato la notizia. Qui il link in inglese.