Vertice Salvini-Di Maio-Conte per provare ad abbassare i toni. E intanto Nicola Zingaretti ha scelto la Tav come primo atto da segretario Pd.
In foto i primi 4,3 km. di una delle due canne del tunnel che sarà lungo 57,5 km e dove passeranno i treni ad alta velocità fra Lione e Torino.
5 marzo 2019 – Si è tenuto in mattinata un vertice tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Non è escluso che alla riunione prenda parte anche il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli per discutere del nodo TAV.
Il dossier e i rapporti diplomatici con la Francia
Nella prima parte della settimana potrebbe essere pubblicato il dossier sui costi-benefici della tratta Torino-Lione.
Il dossier volge verso un esito negativo per il proseguimento della Tav e quindi potrebbe mettere Matteo Salvini nella non facile posizione di contestare l’analisi.
A complicare le cose, permangono i rapporti diplomatici con il principale partner dell’Italia sull’opera: la Francia con la quale le relazioni diplomatiche restano tormentate.
Non sarà facile. L’Europa, già nei giorni scorsi, ha fatto sapere all’Italia che un ritardo ulteriore potrebbe avere effetti negativi sui fondi Ue destinati all’Italia per la Tav. Quindi sull’onda dello scontro con l’Italia, anche la Francia potrebbe alzare la voce.
Luigi Di Maio si presenta al vertice di oggi a palazzo Chigi convinto di dire no fino alla fine alla Torino-Lione così come consigliato anche da Davide Casaleggio.
Quella del vicepremier grillino è una posizione ferma, che però mette in conto l’opposta valutazione del collega leghista, favorevole alla continuazione dell’opera Tav.
Alla fine la Torino-Lione verrà quindi salvata da un voto trasversale, cioè oltre alla Lega, ci sono tutte le opposizioni, dal Pd a FDI, e FI.
Zingaretti e la Tav
Intanto Nicola Zingaretti ha scelto la Tav come primo atto da segretario Pd: è andato a Torino da Sergio Chiamparino.
Lo scopo dell’incontro è per parlare di Tav e di tutto quello che significa: infrastrutture, blocco dei cantieri, indotto, imprese, posti di lavoro.
La sua prima mossa da segretario sarà simbolica e importante: andrà a visitare i cantieri della Tav il prima possibile.
Appena arrivato, Zingaretti ha spiegato che l’Italia deve ripartire e non si può vivere all’infinito con il costo dell’incertezza che sta piegando il nostro Paese.
I bandi non si devono interrompere: sarebbe criminale pensare di perdere centinaia di milioni di investimenti e migliaia di posti di lavoro.
Sull’importanza del progetto ha aggiunto che la Tav è un simbolo nazionale di come ci si deve comportare in un grande paese come l’Italia. Per approfondimenti e video intervista: clicca qui.
L’Italia sta pagando una maggioranza parlamentare che non è unita da una visione di futuro del paese.
Questa fase di immobilità viene pagata dagli italiani. Si deve aprire una nuova stagione, altrimenti il blocco della Tav lo paga tutto il Paese.
I numeri della Tav
Dunque, i numeri della Tav sono scritti nell’accordo internazionale, e approvati nel 2016 dai 4 rami dei 2 rispettivi Parlamenti di Francia e Italia.
Il nostro Paese spenderà sull’intera opera 4,6 miliardi di euro; 2,9 dei quali per la sezione transfrontaliera, il buco nella montagna insomma. Altri 1,7 miliardi per la tratta nazionale, ovvero da Avigliana al nodo ferroviario di Torino.
Se la quota di finanziamento dell’Unione europea dovesse salire al 50%, oggi ferma al 40%, come annunciato lo scorso dicembre, il costo totale per noi scenderà a 4,2 miliardi.
Sulle ricadute economiche il progetto parla chiaro. I lavoratori totali alla Torino-Lione sono 800 persone, di cui circa 530 impegnate nei cantieri e circa 250 tra società di servizi e ingegneria.
Nel picco delle attività saranno 4.000 lavoratori diretti e altrettanti quelli generati nell’indotto.
Quanto all’analisi di costi e dei benefici, al centro del rinvio da parte del Governo, ne sono già state fatte sette dal 2000 ad oggi.
Tutte hanno dato riscontri positivi, anche lo studio della Bocconi, quello condotto dal Certet nel 2014.
Esso ha stimato che il blocco temporaneo o definitivo della tratta Torino-Lione porterebbe a una perdita di benefici economici per oltre 20 miliardi di euro. Ciò considerando solo i primi 50 anni di vita dell’opera.
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