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Tennista cinese scompare dopo l’accusa a ex vicepremier di abusi sessuali

Una tennista cinese è scomparsa una settimana dopo aver accusato l’ex vicepremier del Paese di abusi sessuali. Lo ha riportato il Dailymail.

Peng Shuai, 35 anni, ha accusato il 75enne Zhang Gaoli di averla obbligata a fare sesso con lui in un lungo post caricato su Weibo, l’equivalente cinese di Facebook.

Il post è stato presto cancellato e tutti i suoi contenuti recenti sul sito sono stati cancellati. La parola tennis (“wangqiu”) è stata addirittura censurata sul social network.

L’atleta, che è diventata un nome familiare dopo aver vinto il doppio degli Open di Francia nel 2014, non è più stata vista da allora.

Sebbene la Cina sia già stata scossa dagli scandali #MeToo in precedenza, si ritiene che questo sia il primo che coinvolge un membro di alto rango del Partito Comunista.

Zhang è stato vice-premier a Pechino e ha fatto parte del potente comitato permanente di sette membri del Politburo del partito al governo.

Nel post, Peng ha rivelato che lei e Zhang sono stati coinvolti in una relazione clandestina che risale al 2011. La coppia si era incontrata nella città portuale di Tianjin.

Zhang una volta promosso al Bureau ha tagliato tutti i legami con lei. Ma nel 2018, dopo il suo ritiro dalla politica, ha invitato la tennista a cena con sua moglie, dopo di che l’ha spinta a fare sesso.

Peng ricorda di aver pianto e di aver rifiutato le avances di Zhang, prima di cedere. Ciò ha dato il via a una relazione di tre anni, ha affermato Peng, che ha descritto come sgradevole.

Tennista cinese: il post è stato rimosso dopo solo 20 minuti

Nel post ammette di non avere nessuna prova che la relazione abbia mai avuto luogo perché Zhang ha insistito per mantenerlo un segreto totale. Inoltre non è chiaro il motivo per cui ha scelto di rivelare la relazione ora.

Il post è stato rimosso dopo 20 minuti dal caricamento su Weibo, che è pesantemente monitorato dallo stato cinese.

Per un po’ il profilo di Peng è apparso disattivato e non veniva visualizzato nelle ricerche sul sito. MailOnline ha scoperto che il profilo è ancora attivo e compare su una ricerca su Google, ma manca il post e i commenti, su tutti gli altri post di Peng, sono disabilitati.

Il ministero degli Esteri cinese ha negato ogni conoscenza della questione e anche Zhang non ha risposto alle richieste di commento.

Lv Pin, un’attivista cinese per i diritti delle donne, ha twittato poco dopo la rivelazione del post: “Loro [il PCC] sono sempre stati marci e decadenti. Hanno sempre sfruttato le donne, ma è stato fatto dietro le tende nere. La sua rivelazione è molto importante, perché permette alle persone di avere un’idea della vita reale dei più alti leader cinesi, del loro eccessivo abuso di potere, della corruzione e della loro paura dietro una facciata morale avvolta dal potere“. Foto: Wikipedia