Ieri c’è stato lo sgombero nel porto di Trieste. Secondo il racconto di una testimone, alcuni manifestanti sarebbero stati dispersi con una violenza inaudita.
“Sapendo da altre persone che c’erano anziani e bambini, sono scesa per vedere la situazione”. Inizia con queste parole l’agghiacciante racconto di una ragazza presente al Porto di Trieste durante lo sgombero.
“Dicono che i manifestanti tiravano bottigliette e oggetti addosso alla polizia. Io ero lì e nessuno ha tirato niente addosso alla polizia. I poliziotti ci tiravano via le cose di mano e le lanciavano”.
La ragazza ha spiegato che la sua intenzione era quella di andare lì per aiutare le persone che dovevano essere sgomberate. “Scavalcare il guardrail non è facile e quindi ho aiutato delle persone anziane a scavalcare”.
Sgombero al porto di Trieste: “Oggi ho visto solo violenza”
Ha raccontato che mentre aiutava una persona anziana, un poliziotto è venuto da dietro e l’ha manganellata sulla schiena.
“Quando gli ho chiesto di fermarsi e gli ho detto «non vedi le sto aiutando a uscire», la sua risposta è stata «spostati, tu non dovevi neanche essere qua»”.
Poi ha pronunciato una frase che fa rabbrividire: “Ho visto i poliziotti ridere mentre picchiavano le persone”. Secondo la testimone non si tratta di essere pro o contro il Green Pass ma di umanità.
“Oggi ho visto solo violenza, inaudita violenza. Mi sono trovata davanti a un uomo con la testa spaccata piena di sangue”.
Non possiamo sapere quanto siano attendibile le sue parole ma diversi filmati hanno effettivamente mostrato quello che ha descritto nel video.
Non soltanto il lancio dei lacrimogeni e gli idranti sulla folla ma anche la testa piena di sangue di una donna incinta. Scene che nessun TG nazionale ha pensato bene di trasmettere.
“Con oggi abbiamo capito una cosa importante – ha continuato la ragazza – che i nostri diritti non valgono un ca**o. Non bastava andare giù con gli idranti, occorreva picchiare le persone”.
E ancora: “Non dimenticherò mai quello che ho visto oggi. Voi non avete idea di cosa significhi non riuscire a respirare ed essere manganellati alla schiena perché cerchi di aiutare delle persone deboli ad andare via di lì”.
Poi ha concluso: “Questo è il mondo che noi lasceremo ai nostri figli, invece di insegnare che possiamo parlare e che possiamo confrontarci, insegniamo questo: che se uno dice qualcosa e non va bene, viene picchiato. Insegniamo la paura”. Foto: Facebook