Nel corso delle ultime edizioni non erano mai stati registrati dei dati del genere. Stiamo facendo riferimento all’ultimo Festival di Sanremo, che ha appassionato tantissime persone davanti alla tv. Alcune hanno deciso di rinunciare al divertimento del web e delle principali app casino per guardare cosa combinava Amadeus e i vari ospiti e che ha avuto nel corso delle serate in diretta dall’Ariston.
Le critiche di Paolo Bonolis
C’è qualcuno, però, che la pensa diversamente in merito a questo successo ed è un ex-conduttore del Festival. Si tratta di Paolo Bonolis, vera e propria colonna portante delle reti Mediaset. Nel corso di una diretta in radio sul programma di R101 che vedeva presenti Maurizio Costanzo e Carlotta Quadri, Bonolis ha voluto esprimere il suo pensiero sul Festival, mettendo in evidenza come i dati che sono stati registrati nelle cinque serate Rai sono un po’ gonfiati dal fatto che sulle altre reti non c’era una programmazione di alto livello.
Attenzione, le parole di Bonolis non vogliono essere un attacco o una critica nei confronti di Amadeus, che secondo il noto conduttore di show su Canale 5 ha fatto un ottimo lavoro. D’altro canto, però, Bonolis ha fatto notare come i risultati della prima serata dell’edizione in cui aveva condotto in prima persona, nel 2005, lo share del 54.78% era da considerarsi un grande risultato contando la concorrenza a livello di programmazione presente sulle reti concorrenti.
Così, durante l’intervento in radio, ha voluto ricordare il grande sforzo e l’impegno profuso nell’organizzazione di un programma che doveva per forza di cose battagliare in termini di ascolti con le reti Mediaset. Bonolis, bisogna ricordarlo, è stato il direttore artistico del Festival in due occasioni, la prima nel 2005 e la seconda nel 2009.
Lo stesso Bonolis ha detto chiaramente che, con il passare degli anni, lo scenario è cambiato notevolmente e non c’è più bisogno di fare la “guerra civile” (sue parole) per via della presenza dei migliori programmi Mediaset come concorrenza. Ora, quindi, la via è un po’ più semplice per fare degli ottimi ascolti. La mancanza di una programmazione di spessore e di qualità come avversaria ha reso chiaramente anche l’organizzazione del Festival un po’ meno complessa. Questo non vuol dire che potrebbero tutti fare il direttore artistico, riconoscendo i meriti di Amadeus, ma manca senz’altro quella leva competitiva che ti faceva cercare sempre nuove proposte e attività per battere pure le velleità della programmazione avversaria.
La finale è la più vista negli ultimi 25 anni
A volte basta un dato per spiegare molto bene un concetto. Quindi, per poter spiegare effettivamente il grande successo dell’edizione 2022 di Sanremo, è sufficiente dare un’occhiata ai dati relativi agli ascolti dell’ultima puntata. La finale, che è andata in onda lo scorso 5 febbraio, non ha eguali in termini di share rispetto alle edizioni degli ultimi 25 anni. Infatti, ha fatto registrare un clamoroso share del 64.9%, coinvolgendo 13 milioni e 380 mila persone che sono rimaste incollate davanti alla tv.
C’è da dire che, in fondo Bonolis ha ragione quando sottolinea come la concorrenza non era granché. Le reti Mediaset hanno scelto di stoppare momentaneamente i programmi di maggiore successo, facendo saltare gli appuntamenti usuali settimanali ad esempio con il Grande Fratello Vip oppure con C’è Posta per Te della De Filippi.
Ad ogni modo, numeri alla mano, per individuare un risultato più efficace rispetto a questa edizione serve tornare addirittura a fine anni Novanta. Correva l’anno 1997, infatti, quando il trio di conduttori composto da Piero Chiambretti, Mike Buongiorno e Valeria Marini portò in dote un pazzesco share del 68.9%.