Tra gli ospiti di Mara Venier a Domenica In c’era Francesco Vaia, il direttore sanitario dell’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.
Quando la conduttrice ha detto che i vaccinati erano stati illusi, perché convinti che con il vaccino e la terza dose avrebbero risolto ogni problema, il direttore ha voluto replicare spiegando cosa sta accadendo.
“Abbiamo verificato che il vaccino, anche in doppia dose, ha avuto un efficacia non più di sei, sette, nove e dodici mesi ma di appena 4, qualche collega dice anche 3 mesi. Per cui c’è stata la necessità della terza dose”.
Venier mette in difficoltà Vaia, che snocciola i numeri dello Spallanzani
Il direttore sanitario ha spiegato: “Quando va fatto il rapporto non va più fatto fino alla seconda dose, ma va fatto in coloro che hanno avuto la dose booster, cioè la terza dose”.
Poi ha dichiarato i numeri dello Spallanzani: “Le persone ricoverate in ricovero ordinario, per oltre il 90%, sono non vaccinate o vaccinate fino alla seconda dose. In terapia intensiva abbiamo il 95% di persone non vaccinate o vaccinate in doppia dose, e il 5% vaccinate in terza dose”.
A proposito dei nuovi novax, ovvero quelli che non hanno completato il ciclo fino alla terza dose, ecco le dichiarazioni di un medico rilasciate al TGR.
“Si può considerare un paziente vaccinato solo se ha ricevuto anche la terza dose. Noi abbiamo nel nostro reparto il 7% di pazienti che hanno ricevuto la terza dose e in rianimazione, dove sei su sei i posti letto sono occupati, tutti i pazienti ricoverati non sono assolutamente vaccinati”.
Quindi le persone con due dosi vengono classificate come “non vaccinate” o “novax”. Considerando che le terze dosi sono iniziate il 13 settembre 2021 e che sono già passati quasi quattro mesi, fra un po’ anche i vaccinati con tre dosi saranno considerati “non vaccinati”?