HomeItaliaVarazze: ecco come fermare i venditori abusivi senza passare per razzisti

Varazze: ecco come fermare i venditori abusivi senza passare per razzisti

A Varazze l’idea geniale del comune per controllare i venditori abusivi nelle spiagge: “Un modo per non essere tacciati di razzismo”

Quante volte vi sarà capitato di incrociare dei venditori ambulanti in spiaggia? Presumo tante. Ovviamente non sono regolari, si tratta di venditori abusivi.

Per alcuni sarà anche piacevole vederli e fare qualche piccolo acquisto ma in tanti pensano che si debba mettere un freno a questa sorta di “libero mercato” sulle spiagge.

Siamo certi di poter dire che la maggior parte di loro siano educati e simpatici ma capita anche di “imbattersi” con persone invadenti e maleducate.

Dunque, per quanto possano risultare simpatici, stiamo parlando di venditori non autorizzati e già questo potrebbe giustamente infastidire qualcuno.

L’idea geniale del Comune di Varazze

Se poi la vendita implica anche un atteggiamento non proprio gentile è chiaro che la soglia di sopportazione si azzera. Come controllare? Non è difficile, basta avere la vigilanza.

C’è un problema però, molto spesso infatti capita che si venga accusati di razzismo per il semplice fatto di voler far rispettare le leggi.

Ed ecco l’idea del Comune di Varazze: assumere controllori africani per la vigilanza sulle spiagge. Il motivo? Ovviamente quello di non poter essere tacciati di razzismo ma non solo, perché la loro lingua favorisce la comunicazione.

La proposta è stata avanzata dal Mas Security & Investigation di Savona e il Comune pare abbia apprezzato l’iniziativa. Le persone assunte sono 3: un marocchino e due senegalesi.

Ecco le dichiarazioni riportate dall’Ansa di Nabil El Kamili, marocchino di 38 anni: “Sulla spiaggia varazzina faremo semplicemente rispettare la legge. Stiamo svolgendo un lavoro onesto e inviteremo i nostri connazionali a fare altrettanto”.

Sarà curioso capire se per evitare di essere tacciati di razzismo saremo obbligati anche in altre situazioni a favorire l’occupazione di personale extracomunitario oppure, come in questo caso, si tratta semplicemente di qualifiche.

I tre africani infatti non sono degli sprovveduti ma lavorano da diversi anni in una ditta di sorveglianza privata.