Bambina morta sopra un gommone, aveva solo 5 anni. La notizia che ha sconvolto tutti nelle ultime ore, fortunatamente, era falsa.
Il pattugliatore “Cigala Fulgosi” della Marina militare è riuscita a portare in salvo tutte le persone a bordo del gommone che si trovava a circa 90 miglia a sud di Lampedusa.
Nel comunicato si legge: “A termine del soccorso sono state recuperate le 100 persone, di cui 17 donne e 23 minori, per i quali è attualmente in atto la verifica delle condizioni di salute. Non risulta alcuna persona deceduta a bordo“.
Prima dell’intervento da parte della Marina, l’ong Alarm Phone aveva lanciato una richiesta di soccorso, affermando che sul gommone era morta una bambina di 5 anni.
Nel tweet si legge: “I migranti riferiscono che una bambina di 5 anni è morta a bordo“. La notizia inizia così a circolare su diversi quotidiani.
Fortunatamente non c’è stata nessuna bambina morta. Anche la pagina Facebook di Mediterranea Saving Humanes, nell’aggiornamento delle 13, scrive: “Siamo felici e sollevati che la tragica notizia della morte della bambina a bordo sia stata smentita”.
Ma la notizia era già diventata virale e sui social si è scatenato il tam tam di sdegno e odio verso le istituzioni, la Marina Militare e il Ministro dell’Interno Salvini.
Proprio sotto il post di Alarm Phone leggiamo il commento di Valentina: “La nostra nave della Marina una volta salvava vite umane. Oggi commette crimini. Queste cose si devono denunciare alla Corte dei diritti umani. Dobbiamo farlo subito“.
Bambina morta, le reazioni alla fake news
Anche su Facebook le considerazioni non sono molto diverse e in tantissimi accusano il Governo di non aver fatto nulla per salvare la vita di una bimba di 5 anni.
Come abbiamo già detto non è morta nessuna bambina anzi, grazie al lavoro della Marina Militare italiana, sono state tratte in salvo 100 persone, di cui 17 donne e 23 minori.
Ci sono state anche molte polemiche rispetto ai tempi impiegati per soccorrere le persone a bordo del gommone.
Diverse ong hanno accusato la Marina di non essere intervenuta nonostante fosse stato lanciato l’allarme molte ore prima del loro intervento.
Accuse che il Ministro Salvini in un post Facebook giudica “infondate e diffamatorie”, sottolineando che “anche in questo caso, come sempre e rispettando legge e morale, hanno soccorso chiunque fosse a rischio”.
Poi aggiunge: “È incredibile che alcuni organi di stampa italiani diano credito a provocazioni e illazioni delle solite Ong a cui finalmente abbiamo tagliato il business e che sono sotto inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.
E conclude: “Difendiamo l’onore della Marina. Per quanto di mia competenza ribadisco l’indisponibilità dei porti italiani per accogliere clandestini”.
Parla il Ministro della Difesa
Anche il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha voluto esprimere solidarietà verso la Marina: “Non permetto a nessuno di dire che la nostra Marina Militare abbia ignorato il soccorso di persone in pericolo di vita. A nessuno, sia molto chiaro!”.
Queste le parole del Ministro che aggiunge: “E lo dico perché qualche quotidiano e una Ong hanno alluso a questo, lasciando intendere che una nave militare italiana non sia intervenuta per salvare un barcone di migranti diretto verso le coste italiane. È del tutto falso e strumentale!”.
Poi racconta come sono andate realmente le cose: “Quando è arrivato l’allarme ai nostri uomini, la nave italiana si trovava a 80km di distanza, praticamente 2 ore di navigazione dal barcone, localizzato invece in acque di responsabilità libica. Si è deciso di inviare dunque, immediatamente, un elicottero, perché quando c’è da salvare vite umane i nostri non si sono mai tirati indietro. Anzi”.
“La vita umana è sacra – aggiunge Trenta – ma questo non può voler dire accogliere tutti indiscriminatamente. Arrivato l’elicottero, in poco meno di un’ora, i militari italiani hanno appurato che era già in atto un’operazione di soccorso da parte della guardia costiera libica ed hanno offerto tutto il supporto necessario”.
E infine: “Rispetto per i nostri militari e in questo caso per la Marina. Nessuno si permetta di infangare il lavoro dei nostri uomini e delle nostre donne in uniforme!”.
Quello che è avvenuto oggi è molto grave, non solo per la diffusione di una notizia falsa ma soprattutto perché si è messo in dubbio il lavoro dei tanti uomini delle Marina che da anni continua a salvare migliaia e migliaia di vite umane nel Mediterraneo.