Tra i tanti studiosi che hanno partecipato al dibattito sull’emergenza da coronavirus c’è anche il virologo italiano Guido Silvestri, attualmente docente negli Usa alla Emory University di Atlanta.
Aggiornando sul virus chi lo segue attraverso la pagina Facebook, il professore ha creato una sua rubrica denominata: “Pillolle di ottimismo“.
In uno dei suoi ultimi post, condiviso da oltre 11mila persone, ha fatto il punto della situazione sulla pandemia.
A differenza di tanti colleghi che vanno in tv a fare terrorismo, Silvestri ha finalmente detto quello che pensano in tanti, ovvero che bisogna tornare a vivere ed evitare, possibilmente, definizioni orribili come “nuova normalità”.
Il virologo mette in luce le paure che i media hanno inculcato negli italiani e i danni provocati dal lockdown.
“Le cose oggi sono cambiate – scrive Silvestri – sappiamo molto meglio come gestire questi malati; conosciamo tanti aspetti della trasmissione e della storia naturale dell’infezione; abbiamo terapie antivirali ed anti-infiammatorie di una certa efficacia, per non parlare del plasma convalescente e del plasma exchange”.
Ma la cosa più importante, secondo il professore, è che “nel caso di una eventuale seconda ondata di COVID-19, non ci troveremmo più in una situazione di simile ignoranza ed impotenza di fronte al virus ed alla malattia, e infatti saremmo molto più preparati a gestire la situazione”.
Guido Silvestri e i danni del lockdown
Quello che stupisce il virologo è che “in questo frangente si vedono circolare ben pochi modelli sui danni potenziali del lockdown. Soprattutto, sembra che i “worst case scenario” spariscano dal discorso quanto si parla sugli effetti negativi che il prolungato lockdown (e con esso il prolungato snaturamento della nostra vita sociale e affettiva) avranno sulla nostra salute psicologica, e su quella dei nostri figli e nipoti“.
Poi pone una serie di domande: “Qual è il “worst case scenario” in termini di suicidi di persone che hanno perso il lavoro e con questo ogni speranza di mantenere la famiglia? E di violenze domestiche causate dal prolungato isolamento? Di depressione o altre malattie psichiatriche causate dai fallimenti e dalle bancarotte? E di disturbi cognitivi e della sfera affettiva e relazionale nei bambini e ragazzi a cui viene sottratta la scuola per mesi e mesi?”
Secondo Silvestri “questi studi esistono, ed i risultati sono molto preoccupanti… ma sono quasi sempre ignorati dai media e dai decisori politici“.
Parla di “danni legati alle difficoltà psicologiche causate dall’isolamento di per sé, dalla crisi finanziaria, e dal peggioramento del servizio sanitario. Tra queste mi preoccupano particolarmente quelle causate a bambini e adolescenti, la cui vita sociale è stata completamente sconvolta esponendo la fragilità emotiva e cognitiva tipica dell’età dello sviluppo”.
E ancora: “I limiti dell’educazione scolastica a distanza per i bambini delle famiglie senza computer o senza internet, che non può non introdurre un ulteriore, devastante elemento di discriminazione verso i meno abbienti“.
Il virologo Guido Silvestri contro il catastrofismo mediatico
Ma il professor Guido Silvestri va oltre e, a proposito delle varie fasi, scrive: “Il danno più pervasivo e devastante non solo di una prolungata chiusura ma anche di una riapertura perennemente a metà, in un mondo fatto di mascherine, guanti, muri di plexiglas, distanziamento sociale esasperato, senza più potersi stringere la mano o abbracciarsi, senza capire se una persona sta sorridendo o è imbronciata, senza poter condividere un piatto di pasta o una partita di calcio o una sala da ballo, mentre ai bambini viene negato perfino il piacere di giocare insieme, è quello di snaturare in un modo profondamente assurdo e spaventoso la nostra vera essenza di animali sociali”.
Il post del dottor Silvestri non è un inno all’indifferenza rispetto alle responsabilità individuali. Poi riporta dei dati che dovrebbero indurre chiunque a evitare il terrorismo inutile, cosa che invece avviene sistematicamente e dall’inizio dell’emergenza.
“Una narrativa – scrive Silvestri – che ci porta alla ricerca disperata del tanto agognato quanto inarrivabile “rischio zero” nei confronti del virus mentre ignoriamo rischi molto più gravi ed immediati nel versante della chiusura. Strumentale a questa narrativa è il cosiddetto catastrofismo mediatico, quasi sempre basato su notizie esagerate e/o male interpretate, se non palesemente false. La paura vende più della tranquillità”.
Per il virologo “si arriva fino al punto di tacciare di “pseudo-scienza” chi osa sostenere una possibile attenuazione del virus, come appare ormai piuttosto evidente dal punto di vista clinico, solo perché non ci sarebbe abbastanza “evidenza scientifica””.
Guido Silvestri: “Voglio avere la coscienza a posto”
Sulla narrazione catastrofista di certi scienziati Silvestri tiene a dire che “quando si vedrà, penso piuttosto presto, che il gioco non vale la candela, allora qualche politico italiano si alzerà e dirà: “È tutta colpa degli scienziati, noi abbiamo solo seguito i loro consigli”. Beh, io voglio avere la coscienza a posto di averlo detto forte e chiaro, da scienziato e da medico, che su questo approccio pessimista a oltranza, del “worst case scenario” che non tiene conto di troppe variabili, non sono affatto d’accordo”.
Riguardo al rischio zero, crede sia “la parte più illogica ed intellettualmente insostenibile di questa narrativa catastrofista”.
Nessun dubbio per Silvestri: “Come persone e come società, abbiamo non solo il bisogno ma anche il preciso dovere di tornare a fare una vita assolutamente normale, mantenendo ovviamente quelle buone abitudini di igiene personale che, grazie al virus, abbiamo finalmente imparato”. E quando dice normale, il professore intende dire “normale per davvero, proprio come nel maggio 2019“.
Verso la conclusione aggiunge: “Lo dobbiamo a noi stessi, ma soprattutto ai nostri figli e nipoti, a cui non possiamo chiedere indefinitamente di fare enormi sacrifici solo per calmare le nostre ansie o per alleviare le paure di leader politici timidi e incompetenti, consigliati da esperti che non sono in grado di elaborare una strategia generale sul come affrontare la pandemia”.
Il post termina con la lunga lista di amici e colleghi che condividono il pensiero di Guido Silvestri. Sono più di trenta nomi.
La lista di esperti
Stefano ALCARO, Professore Ordinario di Chimica Farmaceutica, Università della Magna Grecia; Ilaria BAGLIVO, Ricercatrice, Università della Campania; Andrea BALLABENI, Clinical Research Scientist, Harvard University, USA; Matteo BASSETTI, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Università di Genova; Rossana BERARDI, Professore Ordinario di Oncologia, Università di Ancona; Giovanna BORSELLINO, Neuroimmunology Unit, European Centre for Brain Research, Fondazione Santa Lucia IRCCS; Luigi BUONAGURO, Medico e Ricercatore, Istituto Nazionale Tumori “San Pasquale”, Napoli; Luciano BUTTI, Avvocato e Life Member, Clare Hall College, Cambridge, UK; Achille CAPPIELLO, Professore Ordinario di Chimica, Università di Urbino; Arnaldo CARUSO, Professore Ordinario di Microbiologia, Università di Brescia.
Francesca CECCHERINI-SILBERSTEIN, Professore Associato di Microbiologia, Università di Roma Tor Vergata; Francesco CECCONI, Professore Ordinario di Biologia dello Sviluppo, Università di Roma Tor Vergata; Massimo CLEMENTI, Professore Ordinario di MIcrobiologia, Università Vita e Salute “San Raffaele” Milano; Piergiuseppe DE BERARDINIS, Ricercatore, Centro Nazionale della Ricerca (CNR); Roberto DI LAURO, Professore Emerito, Università di Napoli, e Direttore Scientifico, CEINGE; Gigliola DI RENZO VILLALTA, Professore Ordinario di Diritto Privato, Università di Milano; Roberto DI SANTO, Professore Ordinario di Chimica, Università di Roma La Sapienza; Luciano FADIGA, Professore Ordinario di Fisiologia, Università di Ferrara & IIT.
Anche membri del Patto Trasversale per la Scienza
Julia FILINGERI, Professore di Comunicazione Medica, Università di Trieste, Segretario, Patto Trasversale per la Scienza; Valentina FLAMINI, Ricercatrice, Cardiff University, UK; Giuliano GRIGNASCHI, Responsabile Benessere Animale, Università di Milano; Andrea GRIGNOLIO, Professore a Contratto, Università Vita e Salute “San Raffaele” Milano; Walter LUCCHESI, Ricercatore, University of London, UK; Giuseppe NUNNARI, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Università di Catania; Alberto OLIVETI, Presidente Nazionale E.N.P.A.M.; Diego PAVESIO, Medico di Medicina Generale, Tesoriere, Patto Trasversale per la Scienza; Claudia PICCOLI, Professore Ordinario di Medicina Sperimentale e Clinica, Università di Foggia; Carlo PIROLA, Professore Ordinario di Chimica, Università di Milano.
Giovanni POMPONIO, Dirigente Medico Ospedaliero, Ospedali Riuniti di Ancona; Manuela RAFFATELLU, Professore Ordinario di Pediatria, University of California San Diego, USA; Luca SCORRANO, Professore Ordinario di Biochimica, Università di Padova; Luca SGORBINI, Medico Cardiologo Ospedaliero, P.O. Santo Spirito, Roma; Ilaria Maria SOTIS, Giornalista e Scrittrice, Conduttrice RAI Radio Uno; Vilberto STOCCHI, Magnifico Rettore, Università di Urbino; Marco TAMIETTO, Professore Ordinario di Psicologia, Università di Torino; Carlo TORTI, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Università della Magna Grecia; Alberto ZANGRILLO, Professore Ordinario e Pro-Rettore, Università Vita e Salute “San Raffaele” Milano. Foto: YouTube