Il governatore del Veneto Luca Zaia, durante la conferenza stampa del 27 agosto, si è lasciato scappare affermazioni controverse sulla gestione dell’emergenza e sui numeri che sentiamo ogni giorno.
A parte pochi giornali locali e alcuni siti, i media mainstream sembrano non aver colto la gravità delle sue parole.
Parlando dei tamponi il presidente della Regione Veneto ha subito esternato la necessità di avere test diagnostici che non implichino attese di 24-48 ore.
Questo perché inizialmente, in Veneto, tutte le sindromi influenzali saranno trattate come Covid-19 quindi, per non bloccare intere scuole o persone in isolamento (in caso non abbiano realmente contratto il coronavirus), c’è bisogno di tamponi che diamo risposte rapide.
La scomoda verità raccontata dal governatore Luca Zaia
La conferenza stampa è andata avanti con Luca Zaia che ha spiegato come funziona l’iter di un paziente.
Per prima cosa viene fatto un tampone per verificare la positività o meno all’infezione da coronavirus. In caso fosse positivo, quello diventerebbe un paziente Covid.
Il governatore ha poi aggiunto: «Non è finita qua. In Italia si decide che un paziente positivo diventa un paziente Covid anche se è in ospedale per altre patologie».
Come esempio ha portato il recente caso della bimba di 5 anni in terapia intensiva che, oltre al tampone positivo, è affetta anche da altre patologie.
«Il timbro di fabbrica te lo dà la positività. Se il paziente nell’evoluzione della sua malattia ha negativizzazione (al tampone del coronavirus) resta comunque un paziente Covid per le statistiche. Quindi in caso di decesso andrà nella contabilità del paziente Covid che ha perso la vita. È un assurdo ma oggi si ragiona così».
«Se il paziente positivo asintomatico, che è tranquillo a casa in isolamento fiduciario, ha un infarto ed entra in terapia intensiva, per me diventa un paziente Covid in terapia intensiva».
Il tampone positivo diventa un marchio della storia clinica
Una giornalista, per capire meglio, ha chiesto al governatore Zaia se fosse possibile che altre patologie sviluppate potessero essere causate dalla Covid, anche in un paziente successivamente negativizzato.
Il presidente della Regione Veneto ha risposto che questa riflessioni di natura clinica non l’hanno mai approfondita. Ha specificato che nessuno prende la cartella clinica di un paziente per verificare se l’origine di una patologia sia da coronavirus o meno.
Luca Zaia ha poi tagliato corto: «Il tema è uno solo: il tampone. Quando hai il tampone positivo la tua storia clinica ospedaliera diventa di paziente Covid. Purtroppo è sbagliato, però è così».
Un’ultima assurdità è visibile in video che, oltre all’intervento di Zaia, sul finale mostra un documento di un certificato di morte in cui è chiaramente indicato che alla salma non è stato effettuato il tampone.
Subito dopo però si legge che hanno considerato il caso come “indeterminato” che implica trattare la salma come positiva alla Covid.
Da queste dichiarazioni e documenti emerge che la lettura dei dati ufficiali è falsata e si prospetta una lunga stagione invernale.
Posted by Luca Zaia on Thursday, August 27, 2020