Zangrillo ieri sera è stato ospite nella trasmissione In Onda di La7.
Ormai il professore del San Raffaele è uno dei più noti in Italia. Quasi due mesi fa creò scalpore tra gli scienziati con la famosa frase: «Il virus clinicamente non esiste più».
Ieri sera, ospite a La7 nella trasmissione In Onda condotta da Telese e Parenzo, Zangrillo ha continuato ad affermare che è arrivato il momento di smettere di mentire agli italiani.
Ha parlato della situazione in cui verte la nostra società, con tante persone che sono terrorizzate a causa dell’incertezza che ruota intorno a questo tema.
L’intervento di Zangrillo a In Onda
«Io penso di essere tra le persone che ha conosciuto il virus nel modo più drammatico, più crudo e più vero. In questo momento agli italiani va detta la verità, non raccontando la solita palla della mascherina o dello stiamo attenti, altrimenti la società civile muore».
Ha poi fatto un appunto su Speranza che ha annunciato che «siamo fuori dalla tempesta» solo ieri. Il primario ha ipotizzato che questo ritardo, che lui ha quantificato in circa cinquanta giorni rispetto alle sue dichiarazioni, sia dovuto a delle zavorre che il ministro si è portato dietro.
Il conduttore Parenzo di In Onda ha incalzato, chiedendo se per zavorra intendesse il Comitato tecnico scientifico.
Il professore ha risposto: «In questo momento mi aspetto che il Comitato tecnico scientifico dica agli italiani la verità». Ha poi specificato che gli italiani devono uscire tranquillamente e andare in vacanza, al ristorante perché «altrimenti la società non parte e alla fine Conte tra due anni, se c’è ancora, dovrà andare a chiederne 800 di miliardi».
Ha poi precisato che la sua intenzione non è mettersi contro qualcuno. Fin da inizio emergenza Zangrillo ha cercato sempre di raccontare quello che vedeva in ospedale e ha aggiunto che inizia ad averne «le palle piene».
Zangrillo ha poi concluso l’intervento affermando con toni sostenuti: «Se oggi in Lombardia abbiamo un morto dichiarato per Covid, vuol dire che non sta succedendo nulla, punto. Poi possiamo costruire tutte le favole che volete».
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