Nell’ultima puntata di Che tempo che fa, programma condotto da Fabio Fazio, il professor Alberto Zangrillo del San Raffaele si lascia andare a uno sfogo.
Domenica in studio con Fazio c’erano diversi ospiti. Tra i tanti il virologo Roberto Burioni e il Direttore dell’unità di anestesia e rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo.
Durante la puntata, Fazio si rivolge al professor Zangrillo chiedendogli cosa pensa un medico che è stato in prima linea della situazione attuale.
«Io credo — ha risposto il medico — che sia importante interrompere la sospensione delle notizie che derivano dalla clinica. Credo che i virologi si debbano, prima di tutto, mettere d’accordo tra loro. Io li lascio nel loro ambito ma lasciate che vi descriva quello che capita in un ospedale di riferimento come il mio».
Alberto Zangrillo: «Trattiamo gli italiani come beoti»
Il medico del San Raffaele, che per tutta l’emergenza è stato in prima linea nei reparti di rianimazione, ha riportato un’informazione sui decessi: da 21 giorni nessun paziente, proveniente dall’esterno, è morto.
Zangrillo ha anche aggiunto che i casi osservati nel suo ospedale sono dei quadri clinici lievi e ha indicato che gli ultimi tre pazienti ricoverati dall’esterno negli ultimi giorni, si trovano in un normale reparto di degenza.
«Continuiamo a trattare gli italiani come dei beoti da chiudere in casa, perché li consideriamo dei bambini che non sono in grado di proteggersi e di tutelare il prossimo, — si è domandato il primario — oppure dobbiamo dare retta a quello che leggiamo tutti i giorni dalla clinica?»
Zangrillo ha affermato: «Altrimenti moriremo di fame, come ha detto giustamente il professore Remuzzi qualche tempo fa. I bambini non frequenteranno la scuola e andranno a fare l’elemosina».
Non vede altre soluzioni il medico e mette in discussione il futuro che potrebbe prospettarsi andando avanti così, temendo una morte della società.
Il professor Zangrillo ha concluso: «Io sono assolutamente convinto di quello che osservo. Il problema è distinguere tra chi parla per sentito dire, chi è dietro un computer a casa e chi vede i malati. Ci dobbiamo mettere d’accordo su questo».
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Burioni risponde alle frecciatine sui social
L’ultima frase del medico del San Raffaele, secondo alcuni, sembrava rivolta al virologo Burioni, che ha cercato di chiarire il malinteso con un tweet:
«Se credete che Alberto Zangrillo ce l’avesse con me sappiate che 1) è uno dei più cari amici 2) ho con lui un inestinguibile debito per motivi familiari 3) è grazie ai suoi incoraggiamenti se ho cominciato a divulgare sui social 4) è uno di quelli che mi ha chiamato in cattedra a Uni San Raffaele».
Considerazioni condivise anche dal medico del San Raffaele che ha commentato con un secco: «È così. Notte»
Se credete che @azangrillo ce l’avesse con me sappiate che 1)è uno dei più cari amici 2)ho con lui un inestinguibile debito per motivi familiari 3)è grazie ai suoi incoraggiamenti se ho cominciato a divulgare sui social 4)è uno di quelli che mi ha chiamato in cattedra a @MyUniSR https://t.co/JG10nMD4He
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) May 17, 2020